Si parla anche di Sanità nel volume: “L’innocenza dei Dinosauri”, libro postumo di Giovanna Ferrara che sarà presentato a Cava de’ Tirreni

 

Aula consiliare

Cava de’ Tirreni

1 febbraio 2025, ore 18,00

presentazione del libro

 postumo

di Giovanna Ferrara 

(Giornalista professionista)

“ L’innocenza dei Dinosauri ”

 

Un libro postumo straordinario, perché descrive la realtà con gli occhi e il pensiero di chi soffre e desidera cure appropriate. Il primo febbraio ci sarà una riflessione collettiva, su ciò che la sanità rappresenta nella società italiana e  come si è ridotta, oggi.

Nel corso della serata, ci sarà un incontro con la professoressa Laura Fortini, docente di letteratura italiana all’Università Roma Tre, e lo storico Alessandro Guerra, docente di Storia moderna all’Università la Sapienza di Roma.

Inoltre, sono previsti interventi di amministratori e professionisti, tra cui  Vincenzo Servalli, sindaco di Cava de’ Tirreni,  Ottavio Lucarelli e Salvatore Campitiello, rispettivamente, presidente e tesoriere dell’Ordine dei Giornalisti della Campania. Nel corso del dibattito è previsto anche il contributo della dottoressa Annamaria Armenante, Avvocato dello Stato, mamma di Giovanna, e del consorte, il magistrato Salvatore Russo.

“L’innocenza Dei Dinosauri” documenta l’esistenza di una sanità diversa, da quella pensata e tracciata dalla legge 833/1978. Infatti, il libro descrive il calvario di Giovanna, tra medici, terapie, ospedali, prima di arrivare alla sostituzione dei suoi polmoni; ma questo non è bastato, visto che, poi, è comunque sopraggiunta la morte. Eppure, il suo corpo aveva “accettato” i nuovi organi. La scomparsa di Giovanna è avvenuta, infatti, per altre patologie. Una “banale” setticemia, sopravvenuta in un periodo successivo all’intervento, se l’è portata via, strappandola ai suoi affetti familiari, agli amici ed al suo lavoro. Dei maledetti germi che hanno “invaso il sangue” di Giovanna. Normalmente tali germi, dicono gli esperti, provengono da focolai infettivi localizzati, in altre parti dell’organismo o dall’ambiente circostante. Si poteva prevenire? E’ questo il dilemma della sanità, spesso “arrangiata”. Da tempo si parla di una vera e propria emergenza sanitaria nel nostro Paese, e della necessità di avere ospedali con ambienti accoglienti e strutturati, ma soprattutto, per particolari ammalati, con ambienti asettici. Tali ambienti sono ancora più indispensabili nei soggetti maggiormente esposti e che presentano un abbassamento delle difese immunitarie. Mi chiedo, se tutto questo fosse accaduto in una società ove le strutture della sanità fossero state meglio organizzate, oggi potremmo parlare non di un libro postumo, ma di un libro raccontato?

Giovanna Ferrara era consapevole della gravità della sua malattia e, riferendosi agli addii, diceva: “« È un problema quello della morte che dobbiamo risolvere ».

Durante la malattia Giovanna, giornalista professionista, scrittrice, da buona cronista, prendeva appunti ed annotava aneddoti sul suo calvario sanitario. Dal libro postumo di Chicca (per gli amici), emerge che con le strutture sanitarie non si scherza, visto che le loro carenze portano anche alla morte. Purtroppo, per noi italiani, nemmeno il dramma del COVID ha insegnato granché, viste le poche risorse messe a disposizione, per formare più sanitari, potenziare il personale, accrescere le strutture efficienti e moderne, la strumentazione e la pianificazione dei servizi socio-sanitari.

In  tutto questo, anche con una grave fibrosi polmonare e dopo un trapianto ben riuscito, la speranza di sopravvivere sarebbero aumentate, in una situazione diversa, determinata da una più seria attenzione della politica, per un settore di così vitale importanza, Giovanna non sarebbe morte e, forse, non sarebbe morta per una setticemia.

Alla luce di tutto ciò,  questo libro è una testimonianza molto forte e vigorosa che dovrebbe far riflettere quanti hanno a cuore una condizione accettabile delle persone che sempre più spesso vengono a contatto con malattie  non sempre risolvibili, semplicemente per carenze strutturali ed organizzative dei nostri ospedali.

Giovanna è un esempio lampante. Ha vissuto  un inutile  calvario, tra ospedali, medici, terapie, il trapianto dei polmoni. La morte è arrivata comunque, non perché il suo corpo abbia rifiutato il trapianto, ma per una setticemia post operatoria.

Nicola Nigro

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