Bruno Bambacaro era una persona straordinaria: colto, generoso e molto disponibile nei confronti di tutti; poi, se gli eri amico, diventava ancora più affettuoso; per questo già mi manca molto, non riesco ancora a capacitarmi, visto che alla festa di San Vito, ultimo scorso, trascorremmo una magnifica serata raccontarci tanto aneddoti ed eravamo in gruppo con una bella compagnia, con rispettive consorti, ed anche con la presenza del fratello Attilio.
Il professore Bruno Bambacaro: Artista, pittore, scultore e ceramista, amava molto il territorio dove ha vissuto sin dalla nascita. Nel suo libro “PAESTUMinore” fa capire perfettamente il passato di Capaccio, soprattutto agricolo, ma da buon artista e uomo di cultura – in contro tendenza con alcuni – parlava del futuro di una comunità in evoluzione che deve tenere, in debito conto, il valore della Piana, dell’area archeologica di Paestum, della crescita demografica e, quindi, dell’edilizia che non sempre è stata in sintonia con le regole e la “correttezza” per la vivibilità sociale.
Bruno Bambacaro era molto apprezzato dal mondo della cultura, perché era una persona straordinariamente colta, in merito voglio riportare un aneddoto di cui ricordammo, insieme alla presenza di Attilio, suo fratello, nella sera di San Vito e cioè un ricordo indelebile, avvenuto a Paestum con Severino Gazzelloni, definito dal New York times uno dei più prestigiosi flautisti di tutti i tempi e gli è stato attribuito l’appellativo di “Flauto d’Oro”.
In quell’occasione il famoso musicista ebbe parole straordinarie sulle opere del maestro Bambacaro e della sua sapienza di conoscenze e saperi, comunque quella chiacchierata – registrata di nascosto – diventò, poi, un reportage per Radio Paestum, tutto questo lo faceva sorridere molto.
Bruno caro, sto scrivendo, ma quasi non ci riesco, nonostante sia il mio mestiere. In gola mi sento un nodo per la tanta tristezza che mi travolge, la stima tra noi era reciproca e tantissima, perciò sarai per sempre mio amico, perché una parte di te sarà sempre con me ed è proprio questo che mi fa sperare che non tutto è finito, che un giorno ci ritroveremo e che io, nel frattempo, dovrò fare tutto quello che abbiamo fatto insieme: sorridere e vivere, come tu amavi sottolineare.
Condoglianze a Tua moglie Antonietta, ai tuoi figli: Annalisa, Andrea, Emanuele, tuo fratello Attilio ed agli altri tuoi parenti, quindi dall’alto dei cieli veglia su di noi, dacci una mano con il tuo sorriso a superare anche i momenti no.
Ciao, Amico mio, ciao Bruno.