” Gioco di opposti “: l’ultimo libro del giudice-scrittore

Michele Di Lieto, il giudice-scrittore che ha scelto il Cilento come patria di adozione, non cessa di stupire: a settant’anni finiti torna in libreria con un nuovo romanzo (Demian Edizioni, Teramo 2011) dal titolo ambiguo, dalla copertina invitante e dalla sostanza viva: segno di una vena nient’affatto esaurita. Ecco il contenuto. Un correttore di bozze part-time, alle prese con l’ultimo romanzo della casa editrice, mette a confronto la propria vita con quella del protagonista. L’una fatta di donne e di sesso, baciata dalla fortuna; l’altra senza donne e senza sesso, costellata di malattie. Due storie agli antipodi, una l’opposto dell’altra: donde il titolo: Gioco di opposti. Un libro nel libro, con una serie di date e di dati, una miriade di personaggi, risvolti imprevisti, giochi di fantasia: con sorpresa finale, anticipata da molteplici indizi. Un libro denso, corposo, ma sempre agile e scorrevole, che tocca tematiche attuali, e costringe a riflettere e a pensare: sulla vita e sulla morte, sul potere e sul danaro, sulla donna, sul sesso, sulla malattia, sui piccoli e grandi eventi della vita. Un libro largamente inventato, con soluzioni narrative originali, che non sembra trovare riscontro in dati autobiografici: tranne, forse, nei processi che accompagnano la vita dei protagonisti; tranne, forse, nell’ambiente che fa da sfondo alla storia narrata (la città partenopea, la costa amalfitana appena accennata). Un libro che si caratterizza per l’unità dello stile, segnato da graffiante ironia. Il romanzo è in vendita nelle migliori librerie (a Salerno, da Guida).

Nota dell’Editore
Osvaldo è un professore di lettere in pensione che per arrotondare lavora come correttore di bozze. Venanzio è un medico ginecologo, un uomo che ha fatto delle donne e del piacere la sua ragione di vita. Uno è single, anzi “celibe non sposato”. L’altro ha tre mogli, cinque o sei figli legittimi e una quantità idefinita di figli naturali. La vita di Osvaldo è segnata da problemi di salute, dalla solitudine e da una certa pacata rassegnazione. Quella di Venanzio è un turbinio di gonne, di gambe e di lenzuola. Tutti e due sono stati molto amati. Il primo dai suoi studenti, il secondo da un universo femminile in continuo movimento, dove solo una cosa rimane costante: il sesso. Sembrerebbero due personaggi totalmente antitetici, eppure, per uno strano gioco delle parti, il destino li unisce in un incredibile intreccio, in cui alla fine si fondono personaggio reale e personaggio inventato e soprattutto non si sa più chi è il creatore dell’altro. Romanzo, questo Gioco di opposti, che si caratterizza per l’unità dello stile, una diffusa ironia e una singolare forza descrittiva.
MICHELE DI LIETO (1940) è un giudice in pensione. Entrato assai giovane in magistratura, è stato Sostituto Procuratore a Potenza, Pretore ad Agropoli e ad Amalfi, Consigliere alla Corte di Appello di Salerno. Smessa la toga nel 1999 a iniziato a scrivere romanzi, articoli, saggi, in cui la vicenda autobiografica, all’apparenza nascosta, fa sempre da sfondo alla storia narrata. Ha pubblicato: Il pretore soppresso (2001), Il sigillo violato (2005), Tsunami (2007), tutti con Guida editore di Napoli. Con decreto 2 giugno 2000 è stato insignito dell’onorificenza di Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana.

Illustrazione dei libri di Michele Di Lieto

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