Maiello:Liberalizzazione della professione di avvocato tentativo sventato in extremis

Le vibranti proteste in particolare dei parlamentari,  notai o gli avvocati, al decreto legge sulla manovra finanziaria estiva ove era stata  inclusa una norma che prevedeva la liberalizzazione proprio delle professioni di notaio e di avvocato, con l’abolizione dei relativi ordini professionali e l’annullamento dell’obbligo di esame di stato ha suscitato un clamore generale.Dopo che le agenzie hanno battuto la notizia ed i mass media hanno sottolineato ciò che stava avvenendo per cui la maggioranza di governo ha rischiato molto.Oltretutto le agenzie, le  Tv nazionali e locali continuavano a sottolineare lo scontro in atto relativamente alla  norma “incriminata” che diceva: per diventare avvocati o notai non occorre più sostenere l’esame di stato perché non esisterebbe più l’ordine  professionale di notai ed avvocati. L’accesso alla professione avveniva con il semplice tirocinio, cosa che adesso è già obbligatoria per poter accedere all’esame.In merito a quanto sopra l’avvocato Luigi Maiello, Componete dell’Ordine degli avvocati di Salerno, scrive:

Liberalizzazione della professione di avvocato Ennesimo tentativo sventato in extremis

La giornata parlamentare del 13 luglio ha registrato un febbrile dibattito originato dalla ferma intenzione di più frange politiche di liberalizzare le professioni, questa volta tentata con subdolo e illegittimo inserimento nel testo del D.L. 98/11 di un fugace emendamento (art. 39) depositato in commissione bilancio al Senato.I propositori giustificano l’iniziativa con il presupposto della equiparazione dell’attività professionale a quella d’impresa, dovuta a pressante richiesta della Comunità Europea e, in funzione di una immaginaria apertura del mercato ai giovani laureati.Tutti alibi assolutamente falsi.La libera professione – medico – avvocato – notaio – non è equiparabile per nessun verso all’impresa.L’Europa non ha mai avanzato alcuna richiesta di liberalizzazione o di eliminazione dell’esame di Stato e la Corte di Giustizia delle Comunità Europee in più pronunzie ha riconosciuto espressamente la legittimità e la legittimazione delle tariffe professionali.Gli albi professionali dell’Avvocatura sono aperti senza alcuna limitazione; la loro eliminazione, piuttosto che creare opportunità di lavoro costringerebbe i giovani in uno stato di emarginazione privati di qualsiasi garanzia per la compressione della concorrenza e per la preminenza degli interessi dei poteri forti.Tutta la stampa del giorno dopo, si è schierata in maniera uniforme e, in termini spesso violenti e sprezzanti contro quegli avvocati parlamentari che si sono doverosamente opposti alla ordita trama, accusandoli di avere esposto a rischio la manovra economica per la tutela di interessi di casta.Invece gli avvocati del Parlamento si sono opposti doverosamente perché, non hanno potuto ignorare o, meglio calpestare, la propria cultura giuridica.La manovra parlamentare approvata con il decreto di urgenza è finalizzata alla programmazione della stabilità economica; qual è dunque l’attinenza con la eliminazione dell’esame di Stato per l’esercizio della libera professione?L’accesso alla giustizia del cittadino italiano è garantito dagli artt. 24 e 33 della nostra Carta Costituzionale che al comma 5 dell’art. 33 detta: “E’ prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuola o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio della professione”.Come dunque è possibile prevedere l’annullamento di una norma costituzionale con un emendamento ad un D.L. d’urgenza?Come avrebbero mai potuto i parlamentari – avvocati sostenere una tale incostituzionale iniziativa?Perché dunque la stampa si scaglia uniformemente e violentemente contro chi ha tempestivamente e doverosamente evitato la promulgazione di un testo di legge manifestamente contrario alla costituzione e all’Ordinamento vigente?

Maiello.pdf
“il Sud” e “la Giustizia” – Luglio 2011
http://www.giornaleilsud.com/?p=940/

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