Al prof. Francesco Orio,
l’apertura del 36^ Congresso
della Società Italiana di Endocrinologia:
si può curare l’infertilità femminile
con l’attività fisica
All’endocrinologo salernitano prof. Francesco Orio, tra i più giovani professori associati di endocrinologia italiani, è toccato il compito e l’onore di inaugurare il 36^ Congresso Nazionale della Società Italiana di Endocrinologia, svoltosi a Padova dal 5 all’8 giugno 2013, con una relazione in inglese svolta in apertura del Congresso al simposio congiunto tra la Società Europea e la Società Italiana di Endocrinologia, dedicato alla terapia ed alle complicanze della sindrome dell’ovaio policistico, dinanzi ad una platea di oltre 1000 endocrinologi italiani provenienti da tutte le regioni.La sindrome dell’ovaio policistico, il cui acronimo inglese è PCOS, rappresenta la prima causa endocrina di infertilità femminile, è caratterizzata da: alterazioni del ciclo mestruale con anovulatorietà dei cicli, cioè senza ovulazione e quindi possibilità di essere fecondati ed irsutismo, che è la comparsa dei peli eccessivi in zone dove non dovrebbero essere normalmente presenti nelle donne. Tale patologia colpisce tra il 5 ed il 10% di tutte le donne nell’età riproduttiva ed è gravata da serie complicanze metaboliche, tra le quali spicca il diabete mellito, grave malattia ad elevatissima incidenza nel mondo industrializzato.Il prof. Orio, già insignito 2 anni orsono del Premio Minozzi, come miglior ricercatore endocrinologo italiano al di sotto dei 40 anni, proprio per i suoi risultati in ambito endocrino-metabolico, è stato tra i primi al mondo a valutare e a riscontrare un possibile aumento del rischio cardiovascolare in queste donne, se pur giovani ed ha dimostrato per la prima volta, con studi svolti presso l’Università di Napoli, che la prima terapia da praticare in queste donne che sono spesso in sovrappeso o obese, è l’attività fisica. Infatti, è sufficiente un esercizio fisico di tipo aerobico, che consiste cioè in una corsa o camminata a passo svelto o in una passeggiata in bicicletta o nel fare a casa cyclette per la durata di 30-40 minuti al giorno per 6 giorni a settimana, per migliorare sia i disturbi del ciclo mestruale che ridurre il rischio di complicanze metaboliche e cardiovascolari, ma soprattutto indurre e ripristinare l’ovulazione e quindi aumentare la probabilità che queste donne diventino fertili e possano quindi procreare.Questo semplice ma cruciale concetto è stato riconosciuto da tutto il mondo scientifico a livello internazionale, infatti sia nel Regno Unito che anche in Australia e negli Stati Uniti la prima cura per le donne obese che sono infertili è proprio la correzione dello stile di vita, mediante la dieta e l’attività fisica, cioè la perdita di peso e quindi la possibilità di procreare, quale fine ultimo.Il prof. Orio, a tale proposito, è inoltre responsabile dell’Endocrinologia dell’età fertile presso la Struttura di Tecniche di Fertilità, Centro di Procreazione Medicalmente Assistita, diretta dal ginecologo salernitano, dott. Giorgio Colarieti, presso l’AOU “S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno.