Una Banca di Credito Cooperativo (BCC) può essere davvero una banca del territorio? Secondo i direttori Albanese e Marino: SI!

Il credito in genere, le banche ed il fisco stanno diventando,non un punto di partenza per il cittadino, ma un cappio al collo, un nemico da abbattere o da evitare, soprattutto da punti di vista anche del rapporto fiduciario (Vedi Allegato 2_Evasione fiscale e banche)..

Adesso si parla tanto della “rivoluzione” sul rapporto fisco, banche e paradisi fiscali, ma nessuno si pone il problema che la vera rivoluzione è la valorizzazione del territorio partendo dall’agricoltura ed alla valorizzazione delle risorse locali. Sicuramente sono una cosa positiva gli accordi tra STATI  sugli evasori (Vedi Allegato 3_Protocollo Svizzera – Italiana), ma non sarebbe davvero una rivoluzione puntare ad un progetto di sviluppo e di rapporto di fiducia con il cittadino attraverso un sistema BANCARIO più chiaro e più costruttivo VERSO il TERRITORIO non trascurando, ovviamente,  quello delle Banche di Credito Cooperativo?

In altre occasioni ci siamo occupati dell’AUTORIFORMA delle BCC proposta dai direttori ANTONIO MARINO e MICHELE ALBANESE ( vedi link: Albanese e Marino: propongono l’autoriforma delle BCC/ ) adesso vogliamo dare qualche risposta ai nostri lettori che ci sollecitano un dibattito su banche e fisco guardando al territorio.

Una cosa non facile se si pensa alla crisi non solo economica che attanaglia il Paese, ma anche alla crisi di idee ed iniziative degli AMMINISTRATORI LOCALI  che troppo spesso sono assenti e pasticcioni. Non è difficile leggere, dopo una calamità, le lamentele di sindaci ed  amministratori locali addossando ad altri le colpe del disastro, salvo poi leggere che alle AMMINISTRAZIONI “superiori” compreso lo Stato non è giunto mai uno stralcio di progetto o richiesta.

Ecco perché riteniamo – per dare qualche risposta, ai nostri lettori sulla necessità di un vero DIBATTITO  sullo SVILUPPO POSSIBILE  a livello locale – rifarci alle pregevoli iniziative (Vedi,  Allegato 1_Riflessioni su Riforma Credito CooperativoAllegato 1b _ Leno (Bs) – Salviamo le Bcc da una morte annunciata ) dei direttori   MICHELE ALBANESE Direttore Generale BCC Monte Pruno (SA) e ANTONIO MARINO Direttore Generale BCC Aquara (SA).

Il confronto ed i documenti da loro elaborati sul ruolo delle “BANCHE DEL TERRITORIO (Bcc) sicuramente possono essere punto di partenza per dar vita ad un serrato confronto a livello territoriale per creare sviluppo ed economia.

Ovviamente in tutto questo non vanno trascurate le negatività legate ai nepotismi ed agli abusi che le Bcc fanno del denaro dei cittadini ( comunque i soci sono cittadini).

Come abbiamo già avuto modo di dire se davvero le BCC vogliono essere al servizio della collettività le regole devono essere precise, chiare e ferree soprattutto verso quegli AMMINISTRATORI che in primis mettono i propri interessi. Non è possibile che dopo una “condanna” si possa anche amministrare una banca o qualsivoglia struttura pubblica o para-pubblica come una BCC.

Quindi il documento di ALBANESE e MARINO (Allegato 1_Riflessioni su Riforma Credito Cooperativo) può essere un buon punto di partenza per un confronto serio e costruttivo, ma con la certezza che le negatività che si leggono su talune Bcc sono fatti isolati e tutti si rifanno a quello che è scritto nel documento relativamente a quello che ha detto  il Santo Padre e cioè:

“…però è una cooperativa autentica, vera, dove non comanda il capitale sugli uomini ma gli uomini sul capitale. L’economia cooperativa, se vuole svolgere una funzione sociale forte, deve perseguire finalità trasparenti e limpide, promuovere l’economia dell’onestà, economia risanatrice nel mare insidioso dell’economia globale. Una vera economia promossa da persone che vogliono solo il bene comune…”

Proprio perché il confronto sulla cosiddetta rivoluzione del “Credito in Italia” è all’ordine del giorno ed anche per meglio rispondere alle richieste di approfondimento di molti nostri lettori abbiamo effettuato una ricerca sul dibattito che si è sviluppato in merito e, qui di seguito pubblichiamo alcune riflessioni ed opinioni di studiosi ed addetti ai lavori, nonché conoscitori della materia (vedi Allegati 1b, 4, 5, 6, 7, 8 e 9).

Siamo ben convinti che parlarne, confrontarsi ed insistere sulle cose alla fine qualcosa di meglio si potrà anche avere. Per questo diciamo ad Albanese e Marino non fermatevi, continuate, ancora continuate, ma non dimenticate che certe regole che proponete devono sempre e comunque andare non solo verso il buon governo, ma anche in sintonia con la dovuta deontologiche e morale verso i propri soci e la collettività ciò per avere, poi,  ragione sulle cose dette e che si diranno, dopo.

Il fatto che amministratori dopo essere stati condannati o censurati amministrano un istituto di credito, se pure cooperativo, è grave è gravissimo.

Poi non ci si deve  lamentare che a Roma il “capo delle cooperative regionali” venga travolto da scandali così brutti e gravi.

Allegato 1_Riflessioni su Riforma Credito Cooperativo

Allegato 1b _ Leno (Bs) – Salviamo le Bcc da una morte annunciata

Allegato 2_Evasione fiscale e banche

Allegato 3_Protocollo Svizzera – Italiana

Allegato 4_Padoan – per le Bcc basterà l’autoriforma

Allegato 5_163 firme di economisti e accademici

Allegato 6_Le Bcc sostengono le economie locali

Allegato 7_«Decreto ispirato dai taleban del mercato»

Allegato 8_Una regola europea per il voto capitario

Allegato 9_Dl Popolari, si ragiona sul limite ai diritti di voto

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