L’arch Carlo Guida parla ancora del futuro Puc di Capaccio Paestum e stigmatizza i limiti amministrativi

Capaccio Paestum, un Comune davvero sfortuna!


Le problematiche che affliggono Capaccio Paestum sono per lo più legate all’egoismo di un “pugno di uomini” che dagli anni ’60 si sono impadroniti del territorio. Alcuni di loro sono stati travolti proprio dal loro stesso egoismo per cui la loro crisi e, qualche volto, anche il loro fallimento morale ed economico, spesso, non solo ha travolto loro, ma tutta la famiglia, con tanto di certificazione di bancarotta.
Eppure questo Comune è ricco di risorse, ma quando il privato-amministratore pubblico non vede il territorio come un bene collettivo i disastri sono dietro l’angolo.
Cosa fare, per cambiare?
Alla luce dei risultati degli ultimi anni non c’è da stare allegri perché un Comune, senza una classe dirigente perché negli anni migliori qualche “capetto” ed un pugno di personaggi ricchi di megalomania non hanno consentito di crescere, anzi tante persone perbene e capace si sono fatte da parte per non aver a che fare con loro per cui oggi si va alla ricerca di qualcuno che possa fare meglio di chi ha distrutto molto territorio cementificando il territorio, addirittura a ridosso della zona archeologica. Una parte di popolo che non si accorge di questo è una parte autodistruttrice che purtroppo coinvolge tutti e rende il Comune di Capaccio Paestum vulnerabile ad ogni scelta.
Un tempo si diceva ci vuole la “rivoluzione”, ma con chi la si può fare se i personaggi che girano intorno all’ “osso” sono sempre, o quasi, gli stessi?
Ed ecco che la riflessione dell’architetto prof. Carlo Guida, rinfresca la memoria a tutti, ma in particolare mette a riflettere ( cosa difficilissima, visto il loro egoismo) chi, per anni, ha danneggiato il territorio, per il mancato sviluppo, e la crescita di una classe dirigente.
Alla luce dei fatti molti di costoro sono quelli che stanno peggio perché i loro debiti hanno superato i loro capelli.
Il futuro? Speriamo!

Capaccio Paestum: si alternano le amministrazioni comunali, si alternano gli amministratori locali, ma alcuni problemi atavici restano irrisolti da sempre.

di Carlo Guida*

Arch. Carlo Guida

Ogni territorio dovrebbe avere luoghi di aggregazione forniti di attrezzature sportive, culturali e ricreative. Pertanto, grande attenzione al mondo dello sport che va considerato come una forma importante di aggregazione, di contrasto alla delinquenza minorile, al disagio giovanile nonché un ausilio importante per le famiglie.
E’ fondamentale valorizzare il settore sportivo, privilegiando l’incontro tra diverse specialità sportive, favorendo un lavoro sinergico tra le istituzioni e mettendo a disposizione di tutti i cittadini una molteplice possibilità di offerte con l’obiettivo di realizzare iniziative inserite in un progetto partecipato e comune.
L’offerta delle strutture sportive a Capaccio è sicuramente da incrementare, oltre che indispensabile migliorare e potenziare gli impianti esistenti perché non va trascurato il crescente bisogno di sport da parte di tutta la popolazione. Ripristinare, inoltre, la piscina di Capaccio Scalo è atto dovuto ad una comunità che ha atteso anni per vedere un sogno realizzato e subito (purtroppo) infranto. La burocrazia non può diventare elemento di ritardo e posticipazione di tale riqualificazione, necessaria per renderla fruibile in totale sicurezza. Diventa sempre più prioritario mettere a disposizione dei cittadini spazi per attività indoor e all’aria aperta, prevedendo forme d’incentivazione allo sport per tutte le età, non solo per l’agonismo.
Abbiamo ascoltato tantissimi annunci nel tempo dagli amministratori locali della realizzazione di una Cittadella per lo Sport, ricorrendo anche al sostegno di privati (project financing), per la realizzazione di una struttura polisportiva e polifunzionale. Qualsiasi amministrazione, d’impronta civica o partitica, dovrebbe considerare lo sport come il diritto alla pratica sportiva per tutti, come momento di socializzazione, integrazione e aggregazione, necessarie per tenere unita e viva la nostra comunità. Sport come diritto ad una formazione, anche fisica, che non privilegi selezione e risultati ma che consenta a tutti di esprimersi con le proprie capacità e con i propri limiti. Un diritto allo sport inteso anche come prevenzione per la bellezza e la salute.
In particolare, l’attenzione dovrebbe essere concentrata sia per sostenere anche gli sport “minori”, favorendo la costituzione di un consorzio delle associazioni sportive e/o la creazione di cooperative giovanili per la gestione degli impianti sportivi esistenti sul territorio, creando così opportunità e lavoro. Spesso questo slogan della creazione di opportunità e lavoro per i giovani è stato motivo di propaganda elettorale, tuttavia nel concreto non si è mai concretizzato in modo significativo.
Negli indirizzi di pianificazione del PUC per la contrada S.Venere si legge: “Vista la conformazione tufacea del sottosuolo deve essere sottratta all’uso agricolo e servire come zona residenziale di completamento per i lotti interclusi. Vista, inoltre, la sua contiguità al territorio di Agropoli, dovrebbe essere deputata esclusivamente al soddisfacimento del bisogno di grosse strutture sportive e per il tempo libero che costituirebbero grosso elemento di richiamo e di completamento della filiera turistica”.
Tutto perfettamente condivisibile, visto che anche il P.R.G. di Airaldi (attualmente in vigore) prevede nell’area di Linora la destinazione sportiva. In qualità di tecnico ho vissuto in passato esperienze di privati che volevano investire in quell’area ma la politica ha sempre tergiversato, posticipando la progettazione di un piano particolareggiato dell’area sportiva (con relativa procedura di esproprio o di perequazione urbanistica). Procedure necessarie e indispensabili per poter programmare, in un contesto generale e complessivo d’intervento, quali aree destinare ai privati che avessero voluto investire nel settore turistico-ricettivo a servizio dell’area sportiva.
Alla realizzazione di strutture sportive e tempo libero, si dovrebbe avere un’attenzione anche alle numerose strutture adibite ad attività artigianali presenti nella contrada S.Venere-Spinazzo. L’economia locale è attualmente soggetta ad un ampio processo di ristrutturazione dovuta alla ormai cronicizzata crisi economica. In questo scenario la competizione non si gioca più tra singoli soggetti ma tra sistemi territoriali con un insieme di strumenti di valorizzazione delle potenzialità di sviluppo e delle caratteristiche socio-economiche d’incentivazione dell’imprenditorialità locale. In questo quadro è necessario collocare una proposta che possa favorire lo sviluppo delle attività artigianali, e di servizi in genere, in una contrada che presenta numerose realtà già radicate e produttive.
Si è chiamati a misurarsi con nuove sfide per superare la crisi economica che attanaglia il paese, ed in particolare incentivare questa contrada di S.Venere-Licinella, che si propone per un progetto di sviluppo economico del territorio, dando risposte agli imprenditori e ai giovani in cerca di occupazione. Oggi questa parte del territorio si propone, sempre con più consapevolezza, come nuovo interlocutore attivo sul mercato delle opportunità d’investimento nelle tante strutture artigianali e commerciali. E’ necessario mirare alla costruzione di una politica organizzativa dell’offerta (infrastrutture, incentivi economici, nuova forza lavoro) con l’obiettivo di attrarre investimenti, sostenere lo sviluppo locale e di dare impulso a tutte le attività che hanno deciso di creare esperienze produttive locali.
In presenza di uno scenario così potenzialmente competitivo, vista la posizione strategica in cui sono ubicate le numerose attività artigianali (in vicinanza alla costruendo zona artigianale del Comune di Agropoli alla località Mattine), è necessario che il sistema territoriale prenda in considerazione la possibilità di un concreto protagonismo dello sviluppo socio-economico di questo lembo di territorio, strumento essenziale per realizzare obiettivi di qualità ambientale e soprattutto sociale della città nel quadro di azioni di governo improntate a realizzare la sostenibilità dello sviluppo socio-economico. Proprio in occasione del redigendo PUC è necessario uno sforzo dell’amministrazione di supportare questa realtà in quanto possa contribuire all’evoluzione e alla valorizzazione della contrada e del territorio di Capaccio-Paestum. Queste strutture esistenti hanno un obiettivo comune, cioè favorire lo sviluppo e l’occupazione nel nostro territorio ed in particolare in una contrada che mostra varie fragilità territoriali. Questa realtà, a macchia di leopardo nella contrada di S.Venere-Spinazzo, deve essere concepita in modo da consolidare e rafforzare le tante localizzazioni presenti su questa parte del territorio, fornendo tutti i servizi e completando le urbanizzazioni utili alle attività produttive esistenti.
Pertanto l’amministrazione locale è chiamata a misurarsi con nuove sfide per superare la crisi economica del nostro territorio, ed in particolare della contrada che è penalizzata rispetto ad altre del territorio, proponendosi per la realizzazione di un progetto sostenibile di sviluppo economico del territorio e della comunità.
In passato, su questa testata, sono state fatte delle proposte progettuali in merito allo sviluppo della contrada, anche prevedendo a ridosso della zona sportiva, a confine con le FF.S. e la statale 18, un’area da destinare a complesso espositivo e servizi per grandi manifestazioni, fiere, ecc. La posizione strategica, a ridosso dello svincolo sud per l’accesso all’area archeologica di Paestum, rende queste parte di territorio prioritario ad una attenta riqualificazione e rilancio per favorire la piena integrazione ad uno sviluppo sostenibile dell’economia locale.
*Architetto e Docente

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