AstraZeneca: vaccino si vaccino no, anche il giudice Di Lieto dice la sua sui possibili giochi

Astrazeneca. E così, scoppiò pure lo scandalo Astrazeneca, il vaccino anglo svedese, il terzo ad essere messo in circolazione. Per la verità i problemi erano sorti già prima. Con la messa in commercio del prodotto: limitata prima ai soggetti di età inferiore ai 55 anni, estesa poi ai soggetti di età inferiore ai 65, estesa infine anche ai soggetti ultrasessantacinquenni e quindi senza limitazioni di sorta.

Il giudice Di Lieto

Oscillazioni queste, sia pure confortate dall’AIFA (Agenzia Italiana per il farmaco) e/o dall’EMA (Agenzia Europea), che avevano determinato dubbi sull’efficacia del farmaco: che nell’opinione comune venne considerato vaccino di serie B mentre gli organi ufficiali diffondevano notizie rassicuranti e diramavano inviti a vaccinarsi anche con l’Astrazeneca. Senonché, a metà marzo, venivano segnalati in Italia e in mezza Europa, casi di trombosi, di un raro tipo di trombosi cerebrale,  legati apparentemente alla somministrazione del vaccino. Germania, Francia e Italia sospendevano in via cautelare la somministrazione dell’Astrazeneca sui rispettivi territori: veniva sollecitata (dall’Unione Europea) una decisione ulteriore dell’EMA. Per la verità, i casi segnalati erano talmente esigui (venticinque unità su venti milioni di dosi praticate) che potevano farsi comodamente rientrare tra i rischi  che accompagnano qualsiasi vaccino; e il farmaco era stato diffuso in maniera massiccia (11 milioni di dosi) nel Regno Unito “senza effetti diversi da quelli nascenti da altri vaccini”; sì che poteva prevedersi (ed era stato previsto) un responso favorevole anche dell’EMA. Che infatti veniva emesso il 18 di marzo  con autorizzazione alla distribuzione del  vaccino, considerato “sicuro ed efficace”.

La campagna di vaccinazione veniva ripresa ma molte erano le rinunce, essendosi diffuse le perplessità suscitate dagli stessi provvedimenti dei singoli Stati europei. Che peraltro non assumevano un atteggiamento uniforme. Germania e Italia riprendevano immediatamente (o quasi) le vaccinazioni prima sospese; la Francia decideva di riprendere ma solo per i soggetti di età inferiore ai 55 anni; Norvegia e Svezia chiedevano tempo ulteriore per la decisione; Spagna, Portogallo e Paesi Bassi una settimana. La Svizzera ha negato l’autorizzazione in mancanza di dati sufficienti. La Finlandia, e  la Danimarca, invece, nonostante il via libera dell’EMA, hanno deciso di protrarre la sospensione in via definitiva.

E così è terminata (per ora) la questione Astrazeneca. Qualcuno si chiederà che cosa ci sia di tanto grave in tutto questo da poter parlare di scandalo. Sì, scandalo. Non è forse uno scandalo se l’autorizzazione a distribuire un vaccino, prodotto dunque destinato a milioni di persone, sia concessa sulla base di sperimentazioni effettuate dalla stessa Casa produttrice, quindi su dichiarazioni di parte? E non è uno scandalo se nel giro di pochi giorni si cambi parere sull’efficacia del farmaco (prima 55, poi 65, poi anche dopo 65 anni) se la stessa Astrozeneca considerava insufficienti i dati forniti all’ente di controllo? E quale controllo poteva esercitarsi su dati provenienti dalla stessa Casa produttrice? E quale controllo è stato esercitato sulle altre Case produttrici (la Pfizer e la Moderna, entrambe colossi dell’industria  farmaceutica) che si sono contese il primo posto nell’autorizzazione senza esclusione di colpi? Forse lo stesso che è stato esercitato sull’Astrazeneca? E chi c’era dietro la Casa produttrice? Ma come non vedere che esiste una vera e propria guerra dei vaccini che investe commesse di miliardi e mira ad imporre un prodotto per interessi i più svariati, anche di carattere geopolitico (la Russia, la Cina).

 Forse c’è dietro il Regno Unito che, avendo deciso la vaccinazione di massa, ha sperimentato su larga scala il prodotto Astrozeneca, e ha difeso a spada tratta il vaccino della Casa anglo svedese? E’ una ipotesi, certamente non c’è prova: ma che dietro le Case produttrici possano esservi Stati, Nazioni  col loro seguito di spie, spioni, anonimi mediatori, è ipotesi tutt’altro che irreale. Il fatto è che il farmaco è stato autorizzato, ed è stato sperimentato (almeno da noi) su larghe fasce di popolazione, in modo da assicurare quelle sperimentazioni che non sono state effettuate, per lo meno su tante persone, dalle case produttrici. Questo per quanto riguarda il contratto. Ma dove lo scandalo diventa più evidente è nel provvedimento di sospensione cautelare adottato da alcuni Paesi nei confronti del vaccino Astrozeneca, negli ulteriori accertamenti eseguiti (per quel che si poteva eseguire in pochissimi giorni) dall’EMA, nel responso favorevole all’Astrozeneca e alla ripresa immediata della  vaccinazione.

Tra i Paesi che hanno adottato il provvedimento di sospensione vi era, con Francia e Germania, anche l’Italia. Quale potesse essere il nostro interesse a una sospensione cautelare (il massimo delle cautele) della vaccinazione in atto non è dato sapere, se un parere era già stato espresso dall’agenzia europea del farmaco, ed era poco verosimile che cambiasse idea; se gli indizi gravanti sull’evento (morte in alcuni paesi, Germania e Italia fra questi, da trombosi cerebrale collegata alla somministrazione di vaccino Astrozeneca) erano così  esigui e inconsistenti, difficili da provare (il nesso di causalità fra vaccino e morte),  da indurre gran parte  della scienza e la stessa gente di buon senso a non farsi illusioni sul pronunciamento dell’EMA. Che difatti arrivò  ed era favorevole al vaccino Astrazeneca. Ho già detto che non è dato sapere quale potesse essere  l’interesse italiano a sospendere il farmaco, se di trombosi erano morte solo tre persone in Sicilia, un’altra in Piemonte; se l’autopsia non era stata ancora effettuata; se non esisteva altro mezzo per accertare il nesso di causalità tra la morte per fatto trombotico e l’inoculazione del farmaco.

Dunque, nessun interesse apprezzabile. Si è detto che l’Italia (e la Francia) abbiano agito su pressione di Angela Merkel, Cancelliere tedesco. Gli interessati negano. Ma l’ipotesi non è peregrina. La Germania è parte interessata alla vicenda. Batte bandiera tedesca la Biontech, che ha sviluppato insieme alla Pfizer il nuovo vaccino. I profitti miliardari derivanti dalla diffusione saranno divisi, si presume, in parti eguali, tra le due società. Non può escludersi che nel caso concreto la Germania facesse valere interessi tipicamente commerciali.  Ma, abbia agito o meno il nostro Governo su pressione della Merkel, è certo che il nostro Paese, e il nostro governo, hanno fatto una figuraccia. E il danno alla Astrazeneca è stato enorme. Sul piano dell’immagine e della buona reputazione.

 Ammesso che l’Astrazeneca si curi del danno all’immagine e alla reputazione. Tranne che in qualche caso isolato la campagna di vaccinazione è ricominciata. Il mondo assediato dalla pandemia ha bisogno del vaccino: e Astrazeneca  continuerà a fare contratti per miliardi di euro. Un vero e proprio scandalo che ha messo in cattiva luce anche Mario Draghi, costretto a intervenire ad una conferenza stampa, per pronunciare parole rassicuranti, quando si vede che non è quello il suo mestiere e non basta dire: “mi vaccinerò domani”, per rasserenare gente assetata di trasparenza e di verità. A proposito. Mi è capitato più volte alla televisione di sentir dire: “mi vaccinerò domani” anche da personaggi autorevoli (o presunti tali).

Che si siano scambiati tra loro la stessa frase? Non crederanno mica di emettere messaggi rassicuranti dicendo: “mi vaccinerò domani”, con l’Astrozeneca, meglio col Moderna, meglio ancora col Pfitzer.

Michele Di Lieto*

*Magistrato in pensione

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