La redazione de “il Sud, il suo presidente, prof. Fernando Iuliano e il direttore, dott. Nicola Nigro, augurano buone feste e buona Pasqua.
Non avendo la possibilità di vederci, anche se è un po’ lungo, mi permetto di inviarti questa mia riflessione sulle feste pasquali. Riflessione scritta di getto e con il cuore per il piacere di un’amicizia; ciò per condividere idee, speranze e sogni.
La Pasqua è una festa particolare, soprattutto per i cristiani, rappresenta la resurrezione di Gesù.
Questo saluto lo voglio iniziare con un momento di riflessione dedicato alla Madonna Addolorata.
Per meglio capire ciò, occorre far riferimento alla “devozione popolare” che porta ai “Sette Dolori di Maria”, ma cosa sono? Sinteticamente si possono così riassumere.
<< …I Sette Dolori di Maria, corrispondono ad altrettanti episodi narrati nel Vangelo: 1) La profezia dell’ anziano Simeone, quando Gesù fu portato al Tempio “E anche a te una spada trafiggerà l’ anima”; 2) La Sacra Famiglia è costretta a fuggire in Egitto “Giuseppe destatosi, prese con sé il Bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto”; 3) Il ritrovamento di Gesù dodicenne nel Tempio a Gerusalemme “Tuo padre ed io angosciati ti cercavamo”; 4) Maria addolorata, incontra Gesù che porta la croce sulla via del Calvario; 5) La Madonna ai piedi della Croce in piena adesione alla volontà di Dio, partecipa alle sofferenze del Figlio crocifisso e morente; 6) Maria accoglie tra le sue braccia il Figlio morto deposto dalla Croce; 7) Maria affida al sepolcro il corpo di Gesù, in attesa della risurrezione. La liturgia e la devozione hanno compilato anche le Litanie dell’Addolorata, ove la Vergine è implorata in tutte le necessità, riconoscendole tutti i titoli e meriti della sua personale sofferenza…>>.
Nel mondo cristiano la resurrezione è una festa, nella società cosiddetta civile, soprattutto in questi ultimi tempi, si è pensato alla festa come momento di maggiore socializzazione tra le persone, includendo il consumismo. In passato per accorciare le distanze sia le società civile che cattolica, hanno pensate che individuando alcuni giorni, come momenti collettivi di solidarietà, amicizia e di preghiera con la celebrazione della festa religiosa e, quindi abbiamo festa civile o privato che sia, ciò accresce la convivenza, la cultura e il dialogo tra le persone.
LA FESTA E IL RIPOSO
La festa come momento di aggregazione e per essere tale deve necessariamente coincidere con il riposo, insomma nel giorno di festa non si lavora.
Oltre alle feste di Natale o di Pasqua ci sono le feste comandate ed a queste si aggiungono le feste anche inventate dal “consumismo”, come richiamavo sopra.
La festa dovrebbe o rappresenta un momento di spensieratezza e talvolta anche di cuccagna.
Insomma un giorno di festa deve essere un giorno di gioia ed allegria, la sola attesa, come ha scritto Leopardi, è già festa per coloro che si accingono a ritrovarsi insieme: parenti, amici ed amici degli amici.
MA È SEMPRE COSÌ? PURTROPPO, NO!
C’è anche chi nel periodo di festa sente maggiormente il peso del dolore come un’emozione “sgradevole” che non sempre riguardare una malattia e, quindi un dolore fisico che magari costringe la persona a letto ad isolarsi o emarginarsi. C’è, poi un altro dolore che si acuisce proprie con le feste ed è la perdita di una persona cara perché la sua assenza porta ricordi e momenti felici.
Il miscuglio di dolore che ci travolge, in questi casi sono forti, molto forti e sono: emozioni, rabbia, colpa, rimpianto, vuoto, ecc., ecc.
È proprio questa fragilità della comprensione di sé di fronte alla perdita di una persona amata che evidenzia quanto sono importanti i rapporti con il nostro prossimo e quanto facciano parte dell’esperienza di noi stessi. La prima cosa che dovremmo pensare sulla morte è che è un avvenimento perfettamente naturale nel corso della nostra vita, ma siamo capaci di elaborare ciò?
Siamo capaci di sviluppare, in noi, che le passioni, gli affetti, le emozioni e l’intelletto umano non sono assolutamente influenzate dal morire, poiché nessuno di questi appartiene al corpo fisico, che è stato abbandonato. Si è lasciato cadere questo vestito, per continuare con un altro, ma si è ancora
capaci di pensare e di provare emozioni proprio come prima? La fase dell’elaborazione del lutto è un percorso faticoso, durante il quale le emozioni, le sensazioni, i dubbi affollano la mente. A questo si aggiunge spesso una profonda solitudine, perché la società tende a rimuovere la sofferenza legata al lutto e non ne facilita la condivisione.
Nella nostra società, chi è in lutto rimane spesso isolato in un dolore che non trova ascolto, che non osa esprimersi: quindi senza possibilità di condividerlo ed elaborarlo. Chiedere aiuto senza il timore di essere respinti o giudicati può aiutare ad uscire dalla solitudine e dal silenzio e a cercare una risposta vitale alla perdita di senso e di orientamento che una morte lascia.
Quindi una festa in solitudine non aiuta, per questo va cercato un giusto equilibrio tra se stessi e le persone che si amano: parenti e amici.
CONDIVIDERE IL DOLORE E AIUTARSI A VICENDA PUÒ ESSERE DI MOLTO CONFORTO.
La scomparsa di una persona cara o un amico a ridosso delle feste neutralizza tutte le sensazioni leopardiane della gioia nell’attesa ed anche se si tenta di essere sereni per gli altri cari o amici, comunque resta sempre il magane. L’amicizia vera aiuta molto, perché ognuno di noi vive e rivivi i ricordi e le sensazioni degli amici ciò lo ricorderai per tutta la vita, lo racconterai ai nuovi amici che incontrerai nella vita. E’ bello; è bello perché anche se questa amicizia dovesse cadere, dovesse infrangersi, i ricordi che uno tiene nel cuore sono molti, il lungo ed interminabile sentiero della memoria.
Purtroppo non ci si può opporre alla morte ed è per questo che ci aggrappiamo ai ricordi ed a quei belli per non rassegnarsi e – soprattutto per chi credono – continuare a parlare con le visite al cimitero o momenti definiti. Sono i ricordi delle belle chiacchierate che purtroppo il covid19 ha bloccato. Purtroppo il virus ha bloccato anche il mio viaggio del settembre 2020 a Salsomaggiore per cui adesso non c’è più il mio amico Italo Maestri che in questi giorni ci ha lasciato. Ovviamente, mi mancherà tanto, ma manchera’ soprattutto il suo sorriso e la sua generosità.
Comunque, in questi casi l’affetto, la pazienza e l’aiuto reciproco sono il modo migliore per affrontare momenti delicati come le festività.
LE FESTE DI PASQUA, ALL’EPOCA DEL COVID 19 –
L’ANNO SCORSO ERA UN MOMENTO DI SVOLTA, ADESSO?
Boo! Per i componenti di una società civile che per secoli ha cercato di crescere per socializzare sempre di più – anche con l’invenzione di ricorrenze – purtroppo con il VIRUS vengono annullati anni ed anni di momenti di stare in compagnia, con parenti ed amici, adesso il tempo ha fatto tornare indietro la lancetta, per questo ha spaventato e spaventa tutti.
Ciononostante, l’isolamento forzato in certi casi ha avuto un’evoluzione invalidante, che in certi casi si è associata a disturbi d’ansia e di umore, addirittura ci sono casi del deficit nel sistema immunitario, malattie cardiache, ipertensione e disturbi neurocognitivi.
Quindi, la solitudine e la mancanza di supporto sociale aggrava la situazione al punto che anche la ragione diventa optional.
VACCINAZIONE E VIRUS
Il superamento, attraverso la vaccinazione, del VIRUS e l’inizio dell’attività sociale e di lavoro
rappresentano gli strumenti per condividere aspetti della propria vita di nuovo con parenti, amici ed un pubblico più o meno ampio con una nuova comunicazione, un rapporto e contatto diretto per dimenticare i momenti di solitudine forzata che ha determinato anche: ansia e depressione, forse sarà la svolta o almeno si pensa.
LA CAPACITA’ DEI GOVERNANTI A FARE MEGLIO DEL PASSATO
Purtroppo da quello che alcuni governanti o politici dicono in Tv e sui social e fanno, in questi giorni, nonostante sono una parte attiva del governo, vanno in direzione opposta a quella che il Presidente Draghi ha detto, in Parlamento, nel suo insediamento:
<<…Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti. Ed è nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno…Il Governo farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci dell’insegnamento di Cavour:”… le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano. La crescita di un’economia di un Paese non scaturisce solo da fattori economici. Dipende dalle istituzioni, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e di speranze. Gli stessi fattori determinano il progresso di un Paese >>.
In tale contesto le prospettive economiche, oltre ad essere a tinte fosche, sono eccezionalmente incerte e come è prassi a farne le spese di più sono sempre i più deboli, quindi per il nostro Mezzogiorno le cose non si mettono tanto bene.
Allora auguro a tutti noi una ripresa all’insegna della socialità e solidarietà, con la speranza che la nostra classe dirigente, soprattutto locale non si faccia travolgere, come in passato, nell’egoismo e si batta per i servizi ed infrastrutture indispensabili per la ripresa e creare lavoro.
Ovviamente più infrastrutture significano anche più economia e più lavoro, ma soprattutto la classe dirigente del Sud deve battersi per gli investimenti delle imprese e sulle esportazioni in settori chiave della trasformazione dei prodotti locali, come le aziende manifatturieri.
Quindi, le istituzioni di governo, in particolare quelle locale finanzino le attività in difficoltà, le seguano nella loro evoluzione affinché possano crescere nel rispetto, soprattutto della forza-lavoro e della salubrità dell’ambiente iniziando a risanare il passato.
L’augurio, quindi per tutti noi è il LAVORO per produrre e dispensare beni e servizi in cambio di un compenso adeguato nel rispetto di una vita normale, in ambiente salubre e socialmente forte.
Una riflessione, un po’ lunga, forse, ma ho utilizzato questo “mezzo” per sentirmi più vicino a te, caro amico mio. Un grande abbraccio ed auguri, auguri ed ancora auguri
Nicola