Il dott. Casella all’Assemblea nazionale degli agricoltori parla delle eccellenze della Piana del Sele e di Paestum

L’amore per la terra e la sua cura, esalta la genuinità e la produttività ed accresce anche i valori nell’uomo!

Si è svolta a Roma l’Assemblea Nazionale della Confederazione Italiana “LiberiAgricoltori”, all’importate assise ha partecipato anche una delegazione della Piana del Sele e di Paestum , essa era guidata dal dott. Carmine Casella (più conosciuto come u’ maresciallo).

                 Dott. Carmine Casella

 Il dott. Casella è il supporto logistico dei Centri dei servizi della Piana della Piana del Sele e di Paestum ed è inoltre anche direttore del patronato Anpac di Capaccio Paestum.

Nel suo intervento il dott. Casella ha sintetizzato le problematiche dell’agricoltura nella Piana del Sele e di Paestum che da tempo – è fuori dall’assistenzialismo – produce prodotti di eccellenza.

Inoltre ha sottolineato la necessità di una normativa semplificata, ma soprattutto che dia certezza a medio e lungo termine.

Il dott. Casella, con una nota che ci ha fatto pervenire, ha così sintetizzato i lavori dell’assemblea:

<<con la relazione del presidente nazionale Iacopo BECHERINI, al termine della relazione sono stati letti i messaggi di saluto delle autorità: particolarmente apprezzato quello del Ministro degli Interni Matteo PIANTEDOSI, del Presidente della Regione Veneto Luca ZAIA. Nei due giorni sono intervenuti il Sottosegretario Luigi DERAMO, la Senatrice Maria NOCCO e il Senatore Dario DAMIANI. Sono stati anche diffusi i videomessaggi del Sottosegretario Marcello GEMMATO, del Senatore Ernesto RAPANI e del Presidente di Ismea Prof. Angelo FRASCARELLI, grande interesse ha riscosso l’intervento del Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Luigi D’ERAMO, denso di contenuti, molti dei quali condivisi da un’attenta platea.

Al termine dei lavori dopo due giorni d’intenso dibattito, preceduto da un lungo lavoro di approfondimento, l’assemblea ha approvato un documento finale che traccia gli obiettivi che “LiberiAgricoltori” si pone per il prossimo biennio e che accompagneranno la Confederazione alla prossima Assemblea Elettiva del 2025.

La “LiberiAgricoltori” decide di mettere al centro l’agricoltore nella convinzione che sia arrivato il momento di distinguere in modo netto che quando si parla nel nostro mondo di agricoltura ormai si parla di una cosa diversa dall’agricoltore.

Oggi tutti parlano di agricoltura credendo di parlare, di chi produce cibo, ma il cibo non lo produce il trasformatore o l’impianto agroalimentare, il cibo lo produce la terra. E la terra non produce nulla senza l’opera dell’uomo, senza il lavoro dell’agricoltore.

L’agricoltore può essere il perno sul quale ricostruire l’economia e l’organizzazione sociale delle aree rurali, in particolare quelle di collina e montagna, ma va ripensato completamente il modello disegnato e attuato fino ad oggi dai Governi che si sono succeduti in questo Paese negli ultimi trent’anni, un modello che ha ridotto allo stremo le imprese agricole italiane.

Un modello, quello che ha vinto nelle campagne con la compiacenza delle grandi confederazioni agricole, che “LiberiAgricoltori” ha ritenuto e ritiene folle, che ha portato l’Italia a diventare una piattaforma commerciale speculativa nel pieno del Mediterraneo pronta a raccogliere ogni tipo di produzione agricola scadente destinandola, in molti casi, a diventare Made in Italy.

Ci troviamo, quindi, davanti al complesso di un’industria agroalimentare che marchia con il tricolore, mentre accordi di filiera, studiati a tavolino con le grandi confederazioni, fanno da ombrello, in parte consapevole, a un sistema che vede l’agricoltura produrre nei porti e non nelle campagne.

Ora, come se non bastassero pandemia e guerra in Ucraina, l’agricoltore è fatto oggetto di un tiro incrociato da parte di ogni potere internazionale e questo ci consegna una situazione ancora più grave di quanto potevamo immaginare anche solo qualche mese fa.

Purtroppo sembra che non se ne renda conto nessuno ma oggi l’agricoltura italiana sta andando a sbattere mentre la politica, vicina a quei sindacati che dovrebbero pensare alle aziende agricole e non ai propri bilanci, ignora anche la base dei problemi che stanno affrontando le aziende che non riescono più a sopportare l’aumento continuo dei costi del carburante, dei concimi, dei mangimi e tutti gli altri mezzi di produzione mentre i prezzi agricoli, nelle migliori situazioni, rimangono stabili.

I primi provvedimenti del governo fin qui varati, sono insufficienti, non tengono conto degli aumenti, descritti con tanto clamore dalla stampa, non si occupa della speculazione selvaggia contro settore primario e sembrano pensati da chi un campo agricolo al massimo l’ha visto dal treno e soprattutto non vanno nell’unica direzione possibile che è quella della protezione dell’agricoltore>>.

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