L’on. Franco Mari, salernitano, nuovo segretario della commissione d’inchiesta: “sfruttamento e sicurezza sul lavoro”, ma lo Stato fa davvero il possibile per evitare tutto questo?

Prendo spunto dell’elezione dell’on. Franco Mari, per fare una riflessione su ciò che vive il territorio, con l’assenza, quasi totale, dei partiti, dei sindacati e delle organizzazione sociale che parlano per slogan, attraverso i mass media.

L’on. Franco Mari

Eppure il territorio ha bisogna di essere organizzato per fare crescere, soprattutto i VALORI e recuperare la sensibilità umana. Oggi non c’è niente, anche i rappresentanti al parlamento, spesso, godono di nepotismo o sono di un altro territorio o mondo, non dico che è sbagliato, ma non conoscono il territorio ed i suoi problemi per tanti motivi.

Un tempo c’erano le sezioni dei partito, i centri sindacali e delle associazioni, insomma la gente si vedeva, si toccava, si saluta sceglieva i suoi rappresentati e la società ne godeva.

Quindi, anch’io ho avuto il desiderio di esprimermi questo “rabbia” evidenziando che se il Centro sinistra non parla alla gente e tra la gente, resterà all’opposizione in eterno, cosi pure il governo “scenderà da cavallo” per fare spazio ad un altro “masaniello” o stregone di turno, insomma l’Italia non avrà mai una classe dirigente vera e continuerà a soffrire.  

Pertanto chiedo scusa all’on. Franco Mari e lo ringrazio di avermi stimolato a scrivere, di getto, questa riflessione.  

Qui di seguito riportiamo la nota relativa alla elezione del deputato salernitano Franco Mari a segretario della Commissione parlamentare d’inchiesta sullo sfruttamento e sulla sicurezza del lavoro.

Più volte il nostro giornale si è occupato di questo annoso problema del cosiddetto sfruttamento del lavoro prestato, ma con scarso successo visto che le cose nel corso degli anni non sono cambiate, anzi ancora di più persone, senza scrupoli, sfrutta il lavoro di altre persone per accrescere il proprio utile o profitto.

Abbiamo anche più volte denunciato che non sempre l’opera dell’Ispettorato del lavoro territorialmente competente, non ha dato risultati positivi, visto che, spesso, è il piccolo commerciante o artigiano con le loro bottega, magari appena avviata per creare un lavoro ad un figliolo, quindi: padre, figlio, madre e, spesso, anche il nonno, insomma una famigliola che si avvia a costruire un’attività produttiva, con tante scartoffie da produrre e, poi, inevitabilmente si incappare nella farragino burocrazia e severi controlli e, perché no, nella totale debolezza, si incoccia un zelante funzionario che sbircia le carte con lo sguardo rivolto a terra, senza nessuna spiegazione.

Purtroppo succede pure questo, ma perché? Forse, non potrebbe essere che le regole sono fatte male o scritte male? Perché le cose semplici in burocrazia non esistono?

Non è possibile che l’atteggiamento della nostra società sia molto bigotta ed anche che si occupa di regole e controlli, dando più peso alla pagliuzza nell’occhio che alla trave e, quindi si sfocia facilmente nella cavillosità?

Quante volte è successo che chi si occupa di “sfruttamento”, in particolare delle problematiche che riguardano i più deboli, come: aiuto, assistenza, protezione, difesa, approfitta per speculare e finisce con le mani nella marmellata e, quindi sotto processo?

Ed ecco che arriva l’inchieste che durano anni ed anni, eppure sono disponibili filmati, testimonianze e quant’altro, ma no, spesso, si tira alle lunghe con gli “avvocatoni” per farsì che il tutto finisce in prescrizione.  

Ma davvero si pensa di eliminare i reati che riguardano lo sfruttamento della forza lavoro come: accattonaggio, sfruttamento sessuale, intimidazione a commettere atti criminali, matrimoni forzati, Adozione illegale, ecc., con le attuali regole della giustizia? Non dico che un processo ad un possibile energumeno deve durare al massimo una settimana, ma nemmeno 10 o 15 anni, per poi arrivare alla prescrizione.

Non parliamo, poi, del cosiddetto “lavoro grigio sottopagato” che significa lo sfruttamento dei lavoratori, spesso migranti di origine straniera, esercitato dai cosiddetti “caporali”, intermediari che reclutano e organizzano la mano d’opera, soprattutto per conto di imprenditori agricoli.

Anche in questo si fa poco per dare una mano, ai piccoli imprenditori agricoli che purtroppo devono “arrangiarsi” al fine di reclutare mano d’opera, spesso, sotto il ricatto dei “caporali”.

Si pensi per un momento a quanto perde lo Stato, visto che vengono pagati in nero, ovviamente non assicurati e, per lo più, vivono in baracche peggio degli animali e lo Stato, le forze politiche e sociali, anche di fronte a servizi televisivi ad hoc, dopo lo scoop tutti se ne dimenticano e girano lo sguardo da un’altra parte, perché?

Un vecchio proverbio dice: “Passata la festa, gabbato lo santo”, quindi anche lor signori, espresso lo sdegno al momento del servizio ci si dimentica delle promesse fatte per ottenere solo la rabbia estemporanea, espressa ai microfoni televisivi.

A tal proposito e se lo Stato, attraverso le Istituzioni locali: Comune, Comunità montane, Province, Regione, ecc., con un riferimento organizzate e operativo, come l’UTG ( Ufficio Territoriale Governo – ex Prefetture) con compiti di identificare i lavoratori nel campo, ancora meglio quelli sul territorio, e, poi organizzarli, avviarli al lavoro, definire per loro vitto ed alloggio con gli imprenditori, insomma programmarli come un tempo si faceva con la “leva obbligatoria”, cioè l’auto gestione, allora erano gli stessi militari ad effettuare controlli, direttive, lavoro da fare, definizione del vitto ed alloggio, ecc…

Questo dovrebbe significare anche che gli imprenditori agricoli ci dovrebbero guadagnare qualcosa, visto che per lo Stato ci sarebbero più entrata da stipendi, assicurazione, ecc. E, poi come hanno dimostrato gli studenti di Milano, perché non recuperare tante strutture abbandonate o centri storici di piccoli, medi e grandi Comuni, renderle vivibili anche questi luoghi per i lavoratori, i diseredati, ma non solo?

In questi anni sia per gli incidenti sul lavoro che per cosiddetto “sfruttamento intollerabile” che riguardano, soprattutto l’impiego dei minori in attività nocive e pericolose per il fisico e la mente, come lavori pesanti legati non solo allo sfruttamento, ma anche alla schiavitù come la “prostituzione anche dei bambini” che viene denunciata quotidianamente dai mass media, ma anche, in questo, chi finisce in galera per traffici criminali così disonorevoli, spesso, se la cava: tra arresti domiciliari, verifiche ed altro ed addirittura la fa franca o continua a delinquere in attesa della “prescrizione”. Ma davvero questa società può continuare così, con regole arcaiche adattate ai tempi nostri, non è forse ora di cambiare davvero?

Eppure, ancora sopravvive qualcosa del Codice Rocco, alcune regole degli Enti locali, del Codice civile che, in certo senso, richiamano gli anni del “ventennio fascista”, insomma oggi le leggi dell’Italia sono “rappezzate” alla “meno peggio” ed hanno il primato delle leggi, si parla di circa 200 mila, mentre gli altri paesi europei non superano le 10 mila.

Da tempi memorabili si parla di ridurre il tutto in Codici Unici, incasellando leggi e giurisprudenza, ma questo non succede mai, perché?

In Italia le “leggi nuove” non sostituiscono le vecchie sullo stesso tema, ma si cerca di renderle sinergiche, per cui si sa come si inizia, ma non come finisce.

Come pure accade che le personalità capaci ed intelligenti vengono messe alla gogna perché scomode, così anche le legge che danno fastidio vengo abrogate come ha fatto il TU degli Enti Locali 267/2000 che cancellò  la legge 27 dicembre 1985, n. 816. In quel momento la 816 era molto scomoda e stava mandando a casa per incompatibilità molti personaggi, il prima a farne le spese fu il Sindaco di Rimini che dovette scegliere tra fare il Primario o il Sindaco.

 In quel momento moltissimi medici di famiglia si allarmarono, visto che la convenzione era l’unica entrata, ma il buon Bassanini con TU, addolci le incompatibilità per la pace di tutti, ma meno per i cittadini e per la stragrande maggioranza di medici, che nel corso degli anni molti di loro si sono trovati il loro medico o collega sotto diversi vesti, quindi la stessa categoria dei medici ha dovuto subire, molte volte, situazioni incresciose e paradossali.

Poi, c’è stata la farsa dell’attuale Ministro Roberto Calderoli che bruciò in “piazza gli scatoli di cartone”, forse, vuoti o pieni di cartacce è questo il livello della nostra classe dirigente, nel corso degli anni si visto che per qualche secondo in Tv sono stati capaci di tutto, ma se Calderoli, ne bruciò 375 mila, perché ne abbiamo ancora 200 circa mila? Allo l’Italia aveva 575 mila leggi? Non scherziamo!

ROBERTO CALDEROLI – ROMA 2010-03-24 ROBERTO CALDEROLI ELIMINAZIONE DELLE 375.000 LEGGI INUTILI DELLA REPUBBLICA – fotografo: Daniele Scudieri Imagoeconomica / IMAGOECONOMICA

È una pratica che ha radici profonde. Esiste ancora oggi in molte forme diverse: traffico di esseri umani, sfruttamento del lavoro per debiti, sfruttamento dei bambini, sfruttamento sessuale e lavori domestici forzati sono solo alcune. Una più grave e disumana dell’altra, ma che succede?

Il futuro per il nostro Paese non è roseo se un ministro che ieri ha organizzato questa farsa, visto che nessuno si accorto della diminuzione delle leggi, ed il suo fare e dire l’ha costretto a subire nel 2019, anche una condanna per  “diffamazione aggravata dall’odio razziale dal tribunale di Bergamo”.

Ancora, oggi, il suo attivismo rende molto chiacchierato ciò per la Riforma della cosiddetta “Autonomia differenziata” che, secondo qualcuno, significa rendere le Regione povere più povere e quelle ricche più ricche.

Insomma, secondo molti, l’Italia unita proclamata tale, nel 1861, dal piemontese Cavour, oggi (2023) di nuovo divisa dal lombardo Calderoli, uno scontro tutto nordista.

Tutto questo viene affermato, senza se e senza ma, da autorevoli studiosi che ieri hanno taciuto, quando il centro-sinistra modifica l’art.  116 della Costituzione che ne determinava il cambio di principi e procedure ed oggi si svegliano, cioè dopo che i buoi sono scappati dalla stalla.

Quindi, la schiavitù non è qualcosa che riguarda solo il passato, ma è una pratica che ha radici profonde. Esiste ancora oggi in molte forme diverse, come accennavo sopra: traffico di esseri umani, sfruttamento del lavoro per debiti, sfruttamento dei bambini, sfruttamento sessuale e lavori domestici forzati, ecc., forme incivili più gravi e disumane dell’altra.

Una speranza in più per Salerno e salernitani, un parlamentare che potrebbe stimolare e lanciare un sasso nello stagno, in sinergia con gli altri colleghi del territorio.

<< Il deputato salernitano di Alleanza Verdi Sinistra, Franco Mari, è stato eletto segretario della Commissione di inchiesta sullo sfruttamento e sulla sicurezza del lavoro durante la sua prima seduta di insediamento. Nello specifico, questa commissione parlamentare ha il compito di indagare sulle condizioni di lavoro in Italia e svolgerà anche attività “sul campo” con i poteri dell’autorità giudiziaria. Il suo lavoro porterà alla formulazione di proposte legislative, in particolare per apportare le necessarie modifiche al testo unico sulla sicurezza del lavoro, alla luce dell’elenco lungo e preoccupante di incidenti e morti sul lavoro che ancora affligge il Paese.
La commissione opererà con i poteri dell’autorità giudiziaria, il che significa che avrà la facoltà di raccogliere prove, ascoltare testimonianze e richiedere documenti e informazioni pertinenti.
“L’obiettivo principale della commissione sarà quello di indagare sulle condizioni di lavoro nel nostro Paese. Ciò implicherà esaminare attentamente i vari settori e le diverse realtà lavorative per identificare eventuali abusi, sfruttamento o violazioni delle norme di sicurezza. Questa indagine “sul campo” consentirà alla commissione di avere una visione completa delle problematiche e delle sfide che i lavoratori italiani affrontano quotidianamente”, ha detto Mari.
Una volta raccolte le informazioni e le prove necessarie, la commissione formulerà proposte legislative. In particolare, si concentrerà sulle modifiche al testo unico sulla sicurezza del lavoro, che è uno strumento legislativo fondamentale per garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose. L’obiettivo sarà identificare le lacune nella legislazione esistente e proporre soluzioni concrete per migliorare la protezione dei lavoratori e prevenire incidenti e morti sul lavoro.
“Il lungo elenco di incidenti e morti sul lavoro che ancora caratterizza il nostro Paese richiede un intervento deciso e tempestivo. La commissione di inchiesta avrà quindi un ruolo cruciale nel promuovere un dibattito pubblico e politico sul tema, sensibilizzando l’opinione pubblica e contribuendo a creare un clima di attenzione e urgenza sulle questioni relative alla sicurezza e al benessere dei lavoratori. Sono onorato di farne parte”, ha continuato Mari. “Speriamo che questo lavoro possa contribuire a creare un cambiamento positivo e a garantire un ambiente lavorativo sicuro in ogni parte d’Italia”.>>.

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