Quando la collega fotoreporter Silvana Paoletti , con cui, per molto tempo, ho lavorato nel mondo delle Autonomie locali, mi ha chiamato, proponendomi di fare un articolo
per Don Gaetano Giuliano, le ho risposto che non c’erano problemi, si poteva fare, anche se non conoscevo ancora niente del personaggio. Dopo qualche giorno, mi richiama, dicendomi: “Ti passo Don Gaetano”. Ed ecco il primo ap
proccio diretto, tra il sottoscritto e Don Gaetano. Durante la chiacchierata, mi sono reso subito conto di essere di fronte ad un uomo di chiesa di grande spessore culturale ed umano. In quell’occasione, mi ha parlato anche dei suoi primi due libri (“Ti parlo di lui attraverso i miei occhi” e “La luna masticata”) , che mi ha inviato ed, ovviamente, ho letto.
Per la verità, sono rimasto sorpreso positivamente, perché li ho trovati non solo ricchi di umanità, ma anche di grande solidarietà. La mente mi ha portato a quando ero bambino, quando arrivò a Piaggine, mio paese di origine, un monaco, Don Fedele (non è un caso che a distanza di oltre 65 anni ancora ricordo il nome). Per una settimana, ogni sera, in chiesa, raccontava una parabola che arricchiva con fatti contemporanei, esaltando il ruolo umano dell’uomo nella fede di Dio e, quindi, nella società. L’oratore era eccellente, con una voce gradevole e calda che incantava tutti. La chiesa di San Nicola di Piaggine è molto capiente. Con tantissimi “banchi da chiesa”, alla fine non c’era posto. Molti fedeli, per evitare di stare in piedi, portavano, da casa, le sedioline. Noi bambini ci sedevamo per terra, davanti all’altare, in prima fila davanti al predicatore.
Ma chi è Don Gaetano Santo Giuliano?
Nasce a Palagiano, provincia di Taranto, nel 1964, entra nel seminario della “Gioventù Ardente Mariana” (GAM), nel 1985, mentre gli studi teologici li compie nello “Studentato Teologico Interdiocesano” di Fossano (CN). Viene ordinato sacerdote il 12 gennaio 1992 da monsignor Giulio Nicolini. Infine, emette i voti perpetui il 2 ottobre 2015, tra i “Figli della Donna vestita di Sole”, Comunità consacrata della “Gioventù Ardente Mariana”. Oggi, svolge il ruolo di Presbitero diocesano, nel suo triplice incarico: insegnare, santificare e governare le anime. Ovviamente, è un collaboratore del vescovo. Va anche detto che il sacerdote, il prete e il presbitero, in tutti i casi, hanno ricevuto il secondo livello del Sacramento dell’Ordine Sacro.
Dai libri di Don Gaetano appare un po’ quello che emerge anche dagli scritti di Seneca: la suggestione del suo discorso sull’uomo, sulla sua miseria e sulla sua grandezza che si rapporta con gli altri- Quindi, anche davanti alla morte, Don Gaetano, sapientemente, tratta con una profonda sensibilità e intensità ciò che la Bibbia contiene.
Nella descrizione e nel commento della parola di Dio fa emergere il senso di solidarietà e di fratellanza verso tutti gli esseri umani, soprattutto verso i più poveri e disprezzati, per gli stessi malvagi, anch’essi infelici.
Don Gaetano, attraverso i suoi racconti quotidiani, suscita in tutti l’interrogativo: quale sarà la via della salvezza? Come l’uomo potrà dimostrarsi veramente uomo, raggiungere la felicità, cui tende per natura? Esiste una sola via, ed è quella che si percorre raffrenando le passioni sconvolgenti, portando ordine nel proprio animo, mediante la ragione, la quale è il principio divino.
Nei suoi scritti, Don Gaetano evidenzia che non sono le cose esterne che rendono l’uomo felice od infelice; la felicità dipende dall’animo, dal modo con cui uno sa comportarsi di fronte alle varie situazioni; quindi, la meta cui l’uomo deve tendere è la conoscenza del divino, del quale la sua ragione è partecipe con gli altri. E’ amare Dio.
Infine, quello che ho colto nei racconti di Don Gaetano riguarda la solidarietà, che rappresenta un legame che implica un impegno reciproco, da parte dei membri di un gruppo che condividono una stessa comunità d’interesse e non. Non a caso, nei racconti emerge la rappresentazione dei valori che ogni singolo trasmette agli altri.
Il fatto che Don Gaetano metta al centro della sua riflessione e dei sui scritti i bambini, dimostra la sua sensibilità e il suo amore, come uomo e sacerdote, verso il prossimo. Nel primo libro, nella presentazione si legge: “ … I bambini hanno un ruolo tutto particolare: con la loro spontaneità ed effervescenza sono parte attiva del racconto e protagonisti di alcune serate…”.
Come pure è suggestivo il secondo volume: “ La luna masticata”, che viene così descritta, nel retro di copertina: «Ogni sera vorrei guardare con te la luna che sale all’orizzonte ed ogni mattina contemplare con te il nuovo sole che sorge». Sullo sfondo di un meraviglioso tramonto, con una piccola folla in rispettoso silenzio, assistiamo allo scambio di promesse d’amore di altri due dei protagonisti di questo nuovo racconto. Ogni personaggio porta la sua storia, la sua fragilità, le sue lacrime e la sua gioia. È un itinerario avvincente e a tratti sconvolgente. I bambini, protagonisti in prima linea, in ogni episodio, sono i primi a captare tutte queste sfumature. Per questo Gesù ricorda: «Se non diventerete come i bambini non entrerete nel regno di Dio (Matteo 18,3)».
Colgo l’occasione per ringraziare Don Gaetano, per la bellissima lettera che mi ha scritto: è personale e me la tengo per me. Ma voglio solo riportare qui un passo, per mettere in evidenza l’umiltà dell’uomo e il servizio reso dal servitore della chiesa alla comunità.
Don Gaetano scrive: <<…. Il mio intento originario non era quello di scrivere uno o più libri (tantomeno stamparli), ma solo metter “nero su bianco” ciò che mi frullava nella mente. Più precisamente, ciò che la mia mente “vedeva”. Poi sono stato “benevolmente” costretto e minacciato da alcuni amici a stampare. Ed eccoli qua.
Come potrà costatare, sono degli scritti molto semplici.
Attorno ad un falò alcuni personaggi biblici si raccontano e raccontano la loro esperienza dell’incontro con Dio.
Da qui il titolo: “Ti parlo di lui attraverso i miei occhi”. Naturalmente c’è una buona dose di fantasia>>.
Nicola Nigro