Auguri, ancora Auguri!
Sicuramente, leggerete qualche refuso; ma ho deciso di scrivere questo articolo di getto, per evitare di essere troppo “compiacente o raffinato” punzecchiando di meno, limitando, quindi, quello spazio silenzioso da cui nasce la creatività, i flussi di pensieri e parole. Ma che cosa dovrebbe essere il Natale, se non un momento di riflessione sul vero senso di questa festa, cioè l’amore, la condivisione, la solidarietà verso gli altri? Così non è, se ancora abbiamo una società dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
La magia del Natale dovrebbe rappresentare l’occasione per farci sentire tutti un po’ bambini, stando vicini a chi è più debole e sta per strada, un compito della politica. Ma essa, ultimamente, ha prodotto tanti politicanti di bassa lega, espellendo la partecipazione dei cittadini. Ed ecco che l’obiettivo principale dei parlamentari, “normalmente nominati” è quello di anticipare solo i movimenti della folla, favorendo la costruzione di aspettative, spesso, svincolate dalla realtà territoriale, economica ed umana. Ovviamente questo crea tanta miseria, disoccupazione e diseguaglianze tra cittadini.
Quindi, seguendo la tradizione, diciamo ancora con qualche speranza:
AUGURI DI BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO
Ma davvero, con tante guerre e tanta povertà che ci sono in giro per il mondo, possiamo far finta di niente e festeggiare?
Siamo capaci di realizzare il motto della Comunità di Sant’Egidio:
“La solidarietà non va mai in vacanza”?.
Per questo, è giusto un momento di riflessione su alcune problematiche che affliggono una società e tante persone, nella speranza che anche la POLITICA si svegli e faccia davvero la sua parte, in favore di:
-
- chi ha perso il lavoro;
- chi invece un impiego ce l’ha, ma non guadagna abbastanza, per provvedere ai fabbisogni della propria famiglia;
- chi, piccolo commerciante, costretto a chiudere, dopo anni di sacrifici e lotte, le proprie attività, per mancanza di fondi;
- chi artigiano che ha dovuto chiudere;
- chi, persona impiegata nel sommerso, che non gode di sussidi o aiuti pubblici;
- chi ha subito l’inflazione che, a sua volta, ha colpito duramente la spesa ed ha messo in difficoltà un numero crescente di famiglie;
- chi in Italia, per sopravvivere, deve andare al mercato per ritirare la “spesa sospesa”, così come il famoso caffè sospeso a Napoli. Questo, grazie anche al sostegno dei contadini e di persone umanamente predisposte, per un passato di sofferenza e povertà.
Purtroppo, la politica da troppo tempo è strabica, o sorda, su questi problemi. Gli scontri tra maggioranza e opposizione sono eccessivi, spesso non portano a niente: tante chiacchiere e pochi fatti, per cui la gente perde la fiducia nella classe dirigente. La cosa più grave è che rinuncia alla democrazia, non andando a votare. Col risultato che è sotto gli occhi di tutti.
Qualcuno del governo o della maggioranza, alla Tv, dice che le pensioni minime sono aumentate di 100 €, salvo, poi, su un altro canale televisivo, sentire qualcun altro dire che sono aumentate solo di 1,80 €. Davvero si può esercitare il dovere di politico o parlamentare, in un modo così inattendibile, per non dire di peggio?
Uno dei due, sicuramente, dice una bugia. Ma alla fine, il pensionato, di ritorno dall’ufficio postale, sarà perentorio quando verificherà il bugiardo. Ma può essere questa la politica?
Non bisogna dimenticare che le parole possono essere come pietre. Alla fine, tra chi fa politica, anche su diverse sponde, e non esercita il principio della stima e del rispetto altrui, diventa solo un politicante, senza valori.
Ed ecco che, anche di fronte a ruberie e violenza, soprattutto verso le donne, spesso, si è retorici, estremisti ed ampollosi. Il cittadino considera oggi la politica un calamità, perché viene svolta tutta al contrario di quella che dovrebbe essere.
In merito, ricordiamo quanto diceva Aristotele: “… In uno Stato ciascuno deve svolgere le proprie funzioni in vista del bene comune, e questo costituisce la sua virtù…”
Insomma, sempre Aristotele, a proposito dei politici, diceva che per essere all’altezza ognuno dovrebbe dare importanza a tre principi: “… il principio di identità, di non-contraddizione e del terzo escluso..”.
Quindi, che senso può avere, dopo una vittoria, in un dibattito, dire: “lì abbiamo asfaltati”, dimenticando che si parla di colleghi parlamentari che, all’indomani, insieme dovrebbero lavorare, per definire leggi per il popolo italiano, così come recita la Costituzione. Salvo che non si ha in mente un parlamento monopartitico, come ai tempi che furono, prima della Repubblica.
I dati ISTAT, sulla povertà in Italia, dicono che essa cresce più al NORD che al CENTRO o al SUD, a causa anche del costo della vita più alto. Qui i più poveri sono anche più soli, per cui si aggrava la condizione, soprattutto degli anziani. Non a caso, i giovani sono sempre di meno, tant’è che abbiamo un bambino ogni sei anziani.
In tutto questo, in Italia, invece di fare fronte comune alla situazione socio-economica che tocca un po’ tutti i territori, c’è qualcuno che sostiene a spada tratta l’Autonomia differenziata. Così facendo, ci si dimentica che sempre i dati ISTAT dicono che è ancora il NORD ad avere una prospettiva sfavorevole sulla situazione della criminalità organizzata. La ‘Ndrangheta” cresce sempre di più, cercando di spolpare le risorse del territorio più ricco. Non spara, ma fa affari a tutti i livelli, dove ci sono appunto le condizioni più favorevoli. Tutto questo viene spiegato, in una intervista ad Avvenire, da Alessandra Dolci, coordinatrice della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano.
Nell’intervista della dottoressa Dolci si legge: “… La Lombardia è una regione di interesse primario per i clan. Milano “è più gestibile”, dicono, rispetto alle altre grandi città. Anche un lombardo conosce, se non l’organigramma della ‘ndrine, il peso di certi nomi. C’è un modello tripartito che vede la presenza di un’impresa committente, una società consortile che acquisisce il contratto d’appalto e alla base una serie di coop contenitori di manodopera – poi aggiunge il dirigente Dolci – molti operatori economici sono convinti di poter gestire un rapporto alla pari, ma non sarà mai così. La criminalità mafiosa nella sua declinazione economica oggi è considerata un male sostenibile. – sempre la dottoressa Dolci, evidenzia che nelle intercezioni si sente dire – Senza spari. Hai visto com’è cambiato tutto? – ed ecco che nell’ultimo ventennio, a Milano e in Lombardia, le organizzazioni mafiose hanno cambiato il modo di agire, così come spiega Alessandra Dolci – Intestazioni fittizie e fatture fittizie sono i reati che riscontriamo con più frequenza nelle indagini e che hanno preso il posto delle estorsioni. A riprova di ciò l’associazione a delinquere di stampo mafioso ha sempre più spesso contestati come reati fine fatti di bancarotta, frode fiscale, truffa ai danni dello stato…”. Quest’ultima parte mi porta alla mente un libro che ho letto un po’ di tempo fa, una storia verosimile. “Camorrista” è il titolo del libro scritto da Antonio Franco, docente in pensione.
L’autore offre la possibilità di partecipare attivamente all’intricata storia dei personaggi, ma offre anche al lettore vari spaccati della vita che regolano una società povera, come quella del Sud, ma in questo caso, con l’intervista della dottoressa Alessandra Dolci, non parliamo più di luoghi degradati, ma di luoghi più ricchi di risorse umane, economiche e, quindi di denari.
Non dimentichiamo, inoltre, che nessun governo negli ultimi anni ha mai assunto davvero la sfida di cancellare le disuguaglianze, in Italia, ponendosi come obiettivo l’estensione e la garanzia dei diritti sociali per tutti. Si è ragionato, invece, tutto al contrario, fino a giungere, col governo attuale, all’approvazione di una legge assurda ed ingiusta sull’Autonomia Differenziata.
Ma davvero la classe politica, in particolare quella del NORD, non si accorge di tutto ciò? Non comprende che sta facendo subire alla popolazione intera violenza e miseria che, purtroppo, è il contrario della Democrazia?
Il NORD, come il CENTRO e il SUD, non hanno bisogno di divisioni ma di fare fronte comune, per salvare il salvabile. In opposizione all’obiettivo della malavita, la politica dovrebbe essere sempre più unita, così come gli interessi di tutto il popolo italiano.
I centri di solidarietà, come la Comunità di Sant’Egidio e tante altre organizzazioni benefiche (Parrocchie, Centri di solidarietà comunali, ecc.) , a Natale si armano di solidarietà e mettono in essere lo slogan tradizionale: “A Natale, aggiungi un posto a tavola”.
Mi va di ricordare un’esortazione di Papa Francesco: “Mentre le disuguaglianze crescono e l’economia penalizza i più deboli, mentre la società si consacra all’idolatria del denaro e del consumo, succede che i poveri e gli esclusi non possono fare altro che continuare ad aspettare”.
La cosa più che ci deve far riflette è la spesa media per i regali natalizi che, per una certa parte di popolazione, si attesta intorno ai 207 euro. Addirittura, si prevede di spendere oltre 300 euro, per le feste natalizie 2024, mentre c’è chi non può spendere nemmeno un euro. Questa è una “questione politica” che maggioranza ed opposizione dovrebbero discutere, parlandosi davvero. Voglio sperare ed augurare al Presidente del Consiglio dell’Italia di passare finalmente dall’opposizione al governo del Paese reale, almeno con un linguaggio adeguato; ma soprattutto mi auguro che i problemi sopra accennati diventino il contenuto della sua agenda.
Gesù dice ai poveri di avere pazienza e non prospetta una rivalsa, ma promette, invece, un totale ribaltamento, quando dice: «Vostro è il regno di Dio». Ma contro la la fame e il freddo su questa Terra, prima ancora del Paradiso promesso, per questi essere umani, non è il caso che la politica, unitariamente, si rimbocchi le maniche e faccia davvero qualcosa?
Amici carissimi, come ogni anno, tutti noi, a partire dal presidente dell’Associazione de “il Sud”, prof. Fernando Iuliano, vi auguriamo Buon Natale e Felice Anno Nuovo.
Alla prossima, se Dio vuole.
Il vostro
Nicola