“..L’ultima sentenza della Corte costituzionale, la n. 49 di quest’anno, ci ha riportato ad Innocenzo III…”, ad affermarlo è il dott. Vitaliano Esposito, già Procuratore Generale della Corte di cassazione.

Allegato 1_Intervento_ Vitaliano Esposito

“..L’ultima sentenza della Corte costituzionale, la n. 49 di quest’anno, ci ha riportato ad Innocenzo III…”, ad affermarlo è il dott. Vitaliano Esposito, già Procuratore Generale della Corte di cassazione.

Da tempo attraverso le pagine de “il Sud”- ed ancora di più con l’inserto speciale  “la Giustizia” – abbiamo sollecitato un confronto sulla situazione di ingiustizia nel nostro Paese.
Confronto non solo tra addetti ai lavori –  avvocati, magistrati, professori  ed ogni altro operatore della giustizia –  ma dibattito aperto anche al comune cittadino, sempre più disorientato tra intollerabile durata dei procedimenti;  contraddittorie ed altalenanti decisioni anche nel corso dello stesso processo; mancanza di dialogo, se non insofferenza reciproca, tra le alte corti nazionali (Corte costituzionale e Corte di cassazione) e quelle sovranazionali (Corte di giustizia del Lussemburgo e Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo), che vengono spesso tra loro confuse.
La nostra iniziativa, per la verità, ha riscosso scarso successo.
Pochi, infatti, sono stati gli operatori della giustizia disposti ad intervenire.
Ma franchi e diretti sono stati quei magistrati che hanno offerto la loro collaborazione.

Tra questi ci piace citare:  il Primo presidente onorario della corte di cassazione, Vitaliano Esposito; il Presidente del Tribunale di Salerno Ettore Ferrara; il presidente della sezione penale della Corte d’Appello di Salerno Claudio Trincali; il Procuratore capo di Salerno Corrado Lembo, il Sostituto procuratore Carmine Olivieri, il Presidente della Fallimentare di Salerno Salvatore Russo, ecc.

Ma il dibattito resta attuale ed è stato recentemente sollecitato dalle contraddittorie e spesso incomprensibili reazioni che ha suscitato la declaratoria di estinzione del reato di disastro doloso pronunciata dalla Corte di cassazione nel procedimento sul dramma dell’amianto.

Di fronte alla comprensibile indignazione per l’impunità di un fatto che ha causato migliaia di morti, restano contraddittorie, e spesso tecnicamente incomprensibili, le valutazioni giuridiche.

Il fuoco della polemica è stato accesso dal valoroso rappresentante del pubblico ministero, Francesco Iacoviello, che ha concluso la sua requisitoria con queste parole: “ci sono dei momenti in cui diritto e giustizia vanno da parte opposta; è naturale che le parti offese scelgano la strada della giustizia, ma quando il giudice è posto di fronte alla scelta drammatica tra diritto e giustizia, non ha alternativa. Un giudice sottoposto alla legge tra diritto e giustizia, deve scegliere il diritto”.

Scelta sostanzialmente ineccepibile, se consideriamo che la motivazione chiarisce che la prescrizione non viola un diritto fondamentale; si tratta, allora, solo di una questione terminologica (cosa si intende per legge, diritto e giustizia) o di impostazione del problema? Qual è la legge, cui il giudice è sottoposto, che lo stesso deve applicare? E’ solo la legge nazionale (nella specie, quella sulla prescrizione)? O deve verificare che la sua decisione non violi un diritto fondamentale?   E se non viola un diritto fondamentale, la legge che applica non è conforme a giustizia? Certo, il diritto che quel giudice afferma è conforme a giustizia. Ma se la decisione viola un diritto fondamentale, deve il giudice applicare quella legge?

La confusione è totale proprio perchè oggi la Corte di Lussemburgo ha sancito che il Giudice nazionale deve disapplicare, in caso di frode ad interessi finanziari dell’Unione europea, le norme sulla prescrizione che rendono inefficace il sistema repressivo (sentenza n. 555/2015). Allegato 4 _ sentenza corte di Lussemburgo 8.9.2015

L’utente è disorientato ed il suo sconcerto è favorito dalla posizione assunta dalle nostre supreme magistrature nei confronti delle giurisdizioni sovranazionali: critica ed addirittura di insofferenza nei confronti della Corte europea dei diritti dell’uomo; pienamente adesiva nei confronti della Corte di giustizia dell’Unione europea.

Né la situazione migliora per coloro che hanno avuto la ventura di assistere alla recente trasmissione televisiva su La7 –  in Onda –  in cui Mario Monti, Ferruccio de Bortoli e Marco Travaglio hanno denunciato quella cialtroneria politica italiana che si manifesterebbe anche nelle posizioni assunte in sede europea.
Si può mai essere cialtroni allo stesso modo nei confronti di due ordinamenti – quello del Consiglio d’ Europa e quello dell’Unione europea –  che appaiono per molti aspetti tra loro antitetici?
E tutto ciò non conduce ad una separazione sempre più netta – e a tutti i livelli – del potere (ivi compreso l’ordine giudiziario) dal diritto?

Ci conforta che pur nelle tenebre dell’ampia problematica ci sia qualcuno che, dopo oltre 25 secoli, ancora si chiede:

Antigone o Creonte?

Preminenza del diritto o Primato della legge?

Anarchia, Società giusta. Ragion di Stato.

Pubblichiamo con piacere –  anche al fine di stimolare il dibattito – l’autentica Lectio magistralis letta dal  Procuratore generale emerito della Corte di cassazione, Vitaliano Esposito, in occasione del  convegno “Stato e diritto: il pensiero di Aldo Moro”, tenutosi a San Vitaliano il 12 giugno scorso.

(Allegato 1_Intervento_ Vitaliano Esposito)

La Lectio parte da lontano: parte dal mito per segnare le tappe storiche del pensiero giuridico, e dei suoi autori, sino ai nostri giorni.

Pensiero giuridico, laico e cattolico, che si svolge attraverso due fili antitetici (Rule of Law, primato della legge), di cui l’autore, partendo dai fondamentali avvenimenti del 1215 (Magna Carta  in Inghilterra, IV Concilio lateranense sul continente), ripercorre lo svolgimento e le loro diverse conseguenze sul buon governo e sull’amministrazione della giustizia.

Il buon governo – l’ideale di Solone della eunomia – non è oggi, ad avviso dell’autore, quello retto dai canoni dello stato di diritto, che, basato sul principio del primato della legge, ha condotto agli orrori del nazismo e che oggi, sull’ abbrivio, anche, degli errori e dell’arroganza dell’ Unione europea, ci sta ora riconducendo ad un sistema antidemocratico, indifferente alla violazione dei diritti fondamentali.
Sono trascorsi inutilmente 25 secoli: prevale la legge di Creonte (che pur non era un tiranno) il diritto positivo: dura lex, sed lex

Il buon governo è, invece, quello –  proprio del Consiglio d’ Europa (ma del tutto sconosciuto in Italia) – basato sul principio della Rule of Law/Prééminence du droit, che vivifica la democrazia ed il rispetto dei diritti fondamentali.
Non sarebbero, allora, trascorsi inutilmente 24 secoli: prevale il diritto di Antigone (che non è una anarchica) il diritto naturale: quel diritto che è stato positivizzato con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Grande è il rammarico di Vitaliano Esposito:

“…… Oggi l’ultima sentenza della Corte costituzionale, la n. 49 di quest’anno, ci ha riportato ad Innocenzo III, con la riaffermazione del primato della legge sulla base di una superata ed anacronistica concezione dello Stato di diritto e con la riaffermazione della sovranità assoluta della Corte costituzionale.
Rammarico acuito dalla circostanza che il principio della Preminenza del diritto è vissuto in Italia, nella sola giurisprudenza della Corte di cassazione, dal 1981 al 2007 quando la prima sezione penale (di cui il dottor Esposito ha fatto parte, redigendo indimenticabili sentenze) , prima, e le Sezioni unite civili e penali, poi, asserirono che le norme della convenzione erano di immediata applicazione del nostro Paese…..
…..Ma oggi l’inarrestabile ed oramai incontrollabile declino della giurisprudenza italiana, sta straziando il principio della preminenza del diritto – unica difesa contro l’arbitrio – dopo che la Corte costituzionale, con le sue sentenze, gemelle ma non monozigote, del 2007, ha spodestato la Convenzione dal centro del sistema planetario di tutela dei diritti umani.
E ciò è avvenuto, per via pretoria, riportando al sistema tolemaico il rapporto tra Stato e Persona, che la rivoluzione copernicana operata dalla Convenzione, aveva capovolto.
Ancora una volta l’ Italia non rispetta i patti.
Si tratta di un ritardo culturale, di cialtroneria o di una precisa volontà politica?…….
…..Non è certo un caso che i Paesi che rispettano i diritti umani in Europa – e cito la Germania – sono quelli che meno risentono della crisi economica e finanziaria che ci attanaglia e sono i soli in grado di elaborare una strategia europea soddisfacente…..

Ogni riferimento alla tragica situazione del Mediterraneo è puramente casuale.

Qui di seguito vengono allegati:

Allegato 1_Intervento_ Vitaliano Esposito
Allegato 2_Corte Costituzionale _ Sentenza 49_2015
Allegato 3_Sent. 49_2015_Cort. Cost._ nota_49_2015_tega
Allegato 4 _ sentenza corte di Lussemburgo 8.9.2015
Allegato 5_ locandina_convegno_Aldo Moro
Allegato 6_Convegno S. Vitaliano _ notizie utili
Allegato 7_Notizie_Convegno onvegno S. Vitaliano



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