Dalle problematiche legate al suo Cilento al calcio giocato, dalle difficoltà superate per emergere nello sport più seguito al mondo alla voglia di approdare nella nazionale italiana. E’ un Christian Molinaro, attualmente tesserato con la squadra di calcio dello Stoccarda, a tutto campo quello che si confessa prima di partire per la Germania dove inizia il suo secondo anno da calciatore professionista nella Bundesliga. «Sono nato e cresciuto nel Cilento – esordisce – e qui torno sempre con molto piacere. Sono molto legato a questa terra perché a Pellare vive la mia famiglia e ci sono i miei amici e la mia fidanzata. Purtroppo devo constatare, ora che vivo all’estero, come il nostro territorio sia poco pubblicizzato e a livello sportivo qui manchino completamente quelle strutture dove far crescere i giovani talenti». Ventisei anni, ma con l’esperienza di chi ne ha vissute tante per emergere. «Ho iniziato a giocare a Salerno – spiega -, ma non è stato tutto semplice. Mi ricordo che a 14 anni, dopo pochi giorni, già volevo tornare al mio paese perché mi sembrava tutto così grande e diverso. Invece grazie all’aiuto della famiglia, e in particolare di mio padre, sono riuscito a superare questa crisi». Da centrocampista a terzino sinistro: questa l’intuizione che il direttore del settore giovanile della Salernitana, Enrico Coscia e l’allenatore Pasquale Viscido hanno avuto per far esplodere il suo talento. «Li ringrazio ancora – sottolinea Molinaro – perché ho capito che ricoprire quel ruolo per me poteva essere un trampolino di lancio visto che in Italia c’è penuria di terzini col piede mancino». L’esordio in serie B con la Salernitana. «Dalla Germania – afferma – seguo i colori granata che quest’anno sono stati offuscati da un campionato disastroso, ma spero che con il presidente Lombardi, o senza, Salerno riesca a conquistare quel calcio professionistico che merita». Quindi da Salerno il passaggio alla Juventus che lo manda a maturare esperienza in Serie A nel Siena.
E, successivamente, l’esordio con la squadra più seguita dagli italiani. «Un’emozione unica – mette in risalto – quei due anni a Torino con la Juventus». Poi, come tutti i migliori amori, con la Juventus finisce e lo scorso gennaio il passaggio allo Stoccarda. «Un’idea felice – commenta – perché sono stato messo ai margini della prima squadra a Torino e ho sofferto molto. In Italia sarei rimasto solo per un grosso club, ma la Germania mi ha affascinato perché ho avuto voglia di vivere un’esperienza diversa». Molinaro ha già notato molte differenze con il calcio italiano. «A partire dagli stadi – afferma – che sono dei veri gioielli dove si va con tutta la famiglia prima della partita per mangiare e si resta anche dopo per seguire tutti insieme il posticipo della Bundesliga. Inoltre c’è meno esasperazione mediatica e i tifosi sono molto discreti nel chiederti un autografo o una foto ricordo». Ma pure gli allenamenti sono diversi. «In Italia – dice Molinaro – c’è più senso tattico, mentre in Germania si lavora molto sul possesso palla e sul fisico perché gli spettatori affollano gli stadi innanzitutto per vedere il bel calcio». Un assist Molinaro lo lancia ai suoi sogni: «A livello personale spero di farmi presto una famiglia; a livello calcistico non vedo l’ora di alzare un trofeo, troppe volte ci sono andato vicino ma non ho mai assaporato questa gioia, e, soprattutto, spero di essere convocato per la prima volta nella nazionale di calcio italiana». Mister Prandelli è avvisato: Christian Molinaro da Pellare, votato miglior terzino del campionato tedesco, è pronto per i colori azzurri. D’altronde è lui stesso a ricordare che «…i cilentani hanno la testa dura e se vogliono raggiungere un obiettivo prima o poi ce la fanno».
Milena D’Urso