Guardia di Finanza: imprenditore cilentano fallito distrae beni strumentali per oltre 100.000,00 euro e viene denunciato per bancarotta fraudolenta.

A seguito di attività delegata di polizia giudiziaria, la Tenenza di Sapri ha deferito all’Autorità Giudiziaria un imprenditore del Basso Cilento, operante – nel golfo di Policastro-Bussentino e nel porto di Casalvelino (SA) – nel settore della piscicoltura in acque di mare.
I reati ipotizzati a carico dell’imprenditore sono quelli di bancarotta fraudolenta, di cui agli artt. 216, primo comma, n. 1 e 2, e 223 del Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267, in quanto, nonostante fosse stato dichiarato fallito alla fine del 2009, ha distratto o comunque ha dissipato parte dei beni strumentali per un valore complessivo di oltre €. 100.000,00; inoltre, al fine di procurare a sé un ingiusto profitto, ha sottratto i libri e le altre scritture contabili obbligatorie, relativamente agli anni 2007, 2008 e sino al 2009 (data del fallimento), in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio mobiliare ed immobiliare e del movimento degli affari realizzati dalla società coinvolta.
I beni sottratti alla procedura fallimentare sono custoditi all’interno di un capannone sito nel comune di Santa Marina (SA), e sono stati acquistati con fondi comunitari, nell’ambito di un piano di investimenti che prevedeva la costruzione di un impianto di avannotteria e di un ulteriore impianto destinato alla lavorazione ed alla trasformazione di prodotti ittici, il quale avrebbe potuto fornire lavoro a diverse decine di operai della zona.
In realtà, le Fiamme Gialle hanno accertato che poco e nulla di ciò fu realizzato e le ingenti somme ricevute, già a suo tempo, furono destinate a finalità diverse da quelle previste.

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