Stalker, donne fate attenzione…..
di Valeria Randone*
Oggi, si fa un gran parlare di molestie, di violenza sulle donne, di stalking, ma vediamo insieme di cosa si tratta realmente quando si tratta di stalking.
Dal punto di vista psicologico, lo stalker attua dei comportamenti molto simili con chi soffre di dipendenza affettiva.
Con la parola inglese “stalking” si intende un uomo che attua tutta una serie di comportamenti intenzionali, predeterminati, ostili e minacciosi e, soprattutto persistenti, finalizzati all’inseguimento o alla molestia, spesso psico-fisica, di un’altra persona, solitamente amata.
Il fenomeno dello stalking necessita della presenza di tre elementi:
1- un soggetto, detto stalker, che investe di un’intensa fissazione ideo – affettiva verso una vittima predestinata;
2- una sequenza comportamentale ossessiva di atti di sorveglianza, di controllo, di comunicazione, di ricerca di contatto;
3- la persona scelta dallo stalker, detta stalking victim, che ovviamente non gradisce tali comportamenti, vivendoli come invasivi, minacciosi, ostili e limitanti la sua libertà.
La vittima, sviluppa un senso di ansia, paura cronica ed altre, non sottovalutabili, problematiche psicologiche.
Solitamente la vittima-donna, è una ex amante, fidanzata o comunque donna che è stata oggetto di sue “fantasie amorose”, ricambiate o presunte, che magari ha espresso il desiderio di interrompere la relazione, perché giunta al termine o tossica.
I comportamenti tipici del fenomeno dello stalking sono: telefonate infinite ed insistenti, sms, pedinamenti, lettere e fiori, appostamenti vari, violazione di domicilio, visita sul luogo di lavoro, minacce di violenza, violenza fisica e sessuale, fino ad arrivare a comportamenti estremi come tentato omicidio ed omicidio.
Il “sottofondo affettivo”, è solitamente la solitudine, la paura, quasi panico, di poter perdere l’oggetto d’amore, il desiderio maldestro di recuperare la relazione ed il bisogno di esercitare un controllo sulla vittima\amata.
Le angosce abbandoniche si intersecano a meccanismi improntati a desiderio di vendetta per il torto o abbandono subito.
Lo stalker, spesso soffre di un disturbo di personalità, magari non diagnosticato che le pene d’amore slatentizza violentemente, l’abbandono gli evoca magari pregressi abbandoni delle figure di riferimento genitoriale o antichi copioni affettivi disfunzionali non elaborati.
Il profilo psicologico dello stalker ha diversi punti in comune con quello del soggetto affetto da dipendenza affettiva.
Facendo riferimento alla teoria dell’attaccamento nello stalker c’è la presenza di un modello di attaccamento insicuro (ansioso – ambivalente, evitante o disorganizzato) per cui il non può fare a meno dell”altra persona, la quale diventa “ necessaria” ed indispensabile per la propria esistenza.
Un invito a tutte le donne da una donna: “Fate attenzione, non provate vergogna dal denunciare un molestatore, ricordatevi, che si tratta sempre di un uomo sofferente e problematico, magari la vostra denuncia lo aiuterà nel possibile percorso di cura”.
* dottoressa Valeria Randone ( www.valeriarandone.it )