Premio NIB 2014, Top 10: tra i vincitori c’è anche l’architetto capaccese Luca Cerullo

Luca Cerullo, architetto,

attualmente lavora a Barcellona,

in un avviatissimo studio di architettura,

è uno dei Top10 Under36 a cui è andato il Premio NIB 2014.

Il Premio NIB fu istituito nel 2009 da NewItalianBlood con lo scopo preciso di premiare ogni anno i migliori dieci giovani progettisti italiani che si sarebbero cimentati nell’ Architettura e nel Paesaggio con lo scopo di far conoscere le loro eccellenze mettendole in rete.
Così come più volte evidenziato dai fondatori va detto che il Premio NIB si ispira al lungimirante programma statale “Nouveax Albums des Jeunes Architectes et Paysagistes” organizzato dal Ministero della Cultura francese che promuove i più “innovativi talenti” nazionali favorendone l’integrazione nel mercato del lavoro.
Il Premio NIB, giunto alla la VI edizione, ha premiato sinora 110 studi, per i giovani architetti e paesaggisti  costituisce un riconoscimento e una preziosa occasione di visibilità, incontro e di confronto  in Italia e all’estero.
Luca Cerullo, figlio d’arte, il papà Italo anch’egli architetto con spiccate capacità di lavorare la creta dando vita a meraviglie opere di ceramiche che rappresentano la cultura della storia della Magna Grecia.
Il premio al giovane Luca rappresenta anche un po’ di riscatto per l’architettura del Sud-Italia che, talvolta, nel corso di questi anni, si è messa anche a sevizio  dei “prepotenti di turno” che hanno sfregiato il territorio, ovviamente  Paestum non può essere escluso da tutto questo.
Le brutture realizzate, in barba all’antica Paestum, sono sotto gli occhi di tutti. Ovviamente, tra i responsabili ci sono anche alcuni architetti, ingegneri e geometri che hanno elaborato progetti, si parla di circa 4000, che presentano abusi edilizi e che aspettano di essere saniti, oltre a quelli già sanati. Questi progetti che, oggi, presentano abusi edilizi, devono per forza di cose avere un padre o una madre, ma questa è un’altra storia.
Per questo auguriamo al giovani architetto Luca Cerullo di essere ambasciatore di “qualità del made in Italy” così come ha fatto fino adesso e di non farsi influenzare dalle negatività di taluni rappresentanti  politici o amministratori delle Autonomie locali e dello Stato che si sono resi autori di tante storture. Essi, spesso, non sono per niente in “buone fede o capaci” di investire su giovani professionisti che normalmente vengono apprezzati all’estero. La crisi del nostro Paese è dovuta proprio a lor signori che tanto avrebbero potuto fare per valorizzare le giovani leve e contribuire allo sviluppo del territorio nel mercato globale, ma che niente hanno fatto.
Sicuramente ha fatto molto piacere a tanti italiani, oltre ai genitori, parenti e paesani, la presenza nella graduatoria di Luca Cerullo (Barcellona), un giovani di origini italiana, ma che veniva indicato come un giovane architetto della metropoli spagnolo, questo ha creato anche tanta tristezza pensando che un giovane brillante e capace ha dovuto allontanarsi dalla terra natale e dal suo Paese per lavorare.
La graduatorie è stata resa pubblica in occasione della cerimonia del  festival di architettura “GATE SALERNO”, a sua volta promossa dai Comuni di Salerno e Ravello e dalle Associazioni Effetti Collaterali e NewItalianBlood.
Negli ultimi anni abbiamo letto tante volte sui giornali le vicende di giovani professionisti e ricercatori, promossi a pieni voti, promettentissimi, caparbi e senza un soldo in tasca che sono stati costretti a trasportare all’estero la loro notevole “massa cerebrale”. Le Università e le aziende spagnole, americane, canadesi, tedesche, francesi, olandesi accolgono a braccia aperte questi ragazzi geniali, dando a loro le possibilità di sviluppare e sfruttare le competenze, in cambio di uno stipendio decente.
Luca Cerullo, forse, ha preferito andare in Spagna per evitare  quello che, spesso, accade in Italia ed anche nel suo comune e cioè che per esprimere il proprio talento occorre prostituirsi e, quindi, affidarsi a: conoscenze, raccomandazioni politiche, ecc.. Tutto questo comporta dar troppo spazio anche alla mediocrità che, nel caso dei tecnici, poi, fanno tanti guasti ambientali e territoriali.
Il Paese è in preda alla confusione totale, ma soprattutto mentale. Dopo decenni in cui ci hanno detto che gli italiani fanno fatica a staccarsi dalla mamma, adesso ci dicono che bisogna incentivare il rientro dei talenti “fuggiti” all’estero.
E’ davvero irritante leggere certi servizi giornalistici che esaltano o addolciscono certe brutture o interventi abnormi di personaggi che del territorio e dell’ambiente non hanno nessun rispetto, ma che hanno un ruolo solo perché i meccanismi della “trasversalità burocratica” ed il consenso “artificiale o artificioso”  di questi personaggi, senza scrupoli,  sono collocati in posti decisionali che sono di ostacolo a quei giovani che del cervello, ne sanno fare un buon uso.
Questi giovani professionisti e ricercatori che seguono la logica del “sapere e della cultura” non potranno mai concepire che una persona possa fare violenza al territorio, cementificandolo, senza senso, come nel caso di Paestum, un patrimonio Unesco,  che viene violentato, senza nessuna razionalità. Così come è successo che un pezzo di pineta sottoposto ad una rigida normativa vincolistica, non è bastata, essa è stata deturpata ed il tempo ha conservato e  conserva la bruttezza dei danni fatti…, ma anche i sigilli, senza ragione, in attesa di qualcosa …. Che cosa? Quella cosa… che prima o poi arriverà e cioè la prescrizione, come è successo nel caso del famoso processo dell’eternit. E questa è, l’Italia nostra.
Intanto auguri al giovane architetto Luca Cerullo per l’importante premio, ma soprattutto gli auguriamo di non incontrare mai e poi mai questi  personaggi che lo hanno costretto ad emigrare.
Almeno per adesso coltiviamo la speranza che anche l’Italia, diventerà un giorno un Paese normale, senza troppi faccendieri, comunque ci basterebbe solo una rappresentanza fisiologica, visto che è un tumore difficilmente da estirpare.

sito Luca Cerullo

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