Cinema Miriam una storia infinita solo di abbandono ed incuria?

Per il Cinema Miriam le polemiche servono solo a rinviare il problema e non a superare  l’ingombrante reperto “museale” in piazza Santini. Nel corso degli anni, sia l’incuria ed i  mancati interventi degli amministratore, sia  i disfattiti o paladini del niente… che difendono certi privati, a  Capaccio Paestum si sta realizzando un “sistema museale” di ruderi sempre più degradati.

Una riflessione ad alta voce!

  • Qui di seguito viene riportato una riflessione del nostro direttore dott. Nicola Nigro, sul cinema Miriam, molti hanno fatto dell’ironia ed hanno scritto cose non piacevoli da leggere, per chi si è sempre impegnato nel sociale, ma, non a caso, in merito, sono stati anche inventati “difensori civici” o “lottatori” del niente….
  • Tutto questo dimostra, altresì, che se Capaccio Paestum presenta queste brutture lo si deve anche a questi disfattisti che, nel nostro caso, invece di dare un contributo di idee su come risolvere al meglio un problema  pubblico- privato, si ergono a difensori dell’impossibile ed accusano chi ha sollevato e solleva un problema da circa 30 anni.
  • Per questa specie di “esseri viventi”  bisognerebbe essere: ciechi, muti e sordi e, quindi per loro sarebbe il caso di non fare mai niente e non rompere….
  •  Il loro senso civico suggerisce: “ fatti i cazzi tuoi che campi cent’anni”.
  • Per fortuna, quasi sempre, con persone che hanno il senso civico, invece,  succede il contrario: perdono una battaglia, voltare pagina, e ricominciano daccapo.
  • Un proverbio dice:  “Li ciucci si sciarrani e i varliri si scasciani” (gli asini litigano e si rompono i barili).
  • Siccome non ci riteniamo degli asini la nostra battaglia continua e lasciamo i disfattisti, con il cerino in mano…. A non ci frega niente che rompono i barili.
  •  Ma, un altro proverbio: “ VERBA VOLANT, SCRIPTA MANENT (le parole volano,  i testi rimangono) per questo: Allegato 1 – Sollecito acquisto Cinema 14.09.1990 – Allegato 2 – richiesta acquisto cinema 11.12.2001 – Allegato 3 – il Sud- 14.02.2002 – Allegato 4 – il Sud 4.04.2002 – abbiamo riporta solo alcune delle iniziative fatte. Infine le riportate le foto dell’attuale situazione –  Allegato 5 – Foto attuale 02.01.2018.

 

La triste storia del cinema Miriam,

prima di essere un “museo” dell’antichità

di Capaccio Paestum.

Caro Gaetano, cercherò, qui di seguito, anche con le difficoltà della piccola tastiera del telefonino, cerco di darti una risposta sul cinema MIRIAM.

Ebbene fin dalla metà degli anni 80 che cerco di contribuire a dare una soluzione logica cioè nella logica della cultura  e del decoro, ma ti confesso con scarso successo. Il mio primo intervento con una lettera all’amministrazione dell’epoca dove chiedevo di acquisire al patrimonio comunale (comprare) il cinema. Per la verità quello che lavorò molto in questa direzione  fu il compianto Antonio Serrone ( era anche comproprietario), ma uno dei soci disse che se non si ricavava oltre un miliardo (allora c’era la lira) lui non vendeva. Dopo circa un anno, con la mediazione di Antonio, si arrivò a 600 milioni. Eravamo tutti felici ed in particolare quelli che sostenevano di più la cosa: il sottoscritto (Nicola Nigro), Antonio Serrone, Mauro Lo Presti, Michele Cupolo e Celestino Cervere. Tutti contenti perché pensavamo che finalmente si poteva realizzare un polo culturale, partendo dal cinema-teatro Miriam e, successivamente, tutti gli annessi e connessi, per esempio la sede dell’Azienda di Soggiorno e Turismo, ecc., ma in breve il sogno svanì perché uno dei soci fece prevalere opzione ed il Miriam non fini al Comune, ma a privati.

In quel periodo la politica si faceva molto sui marciapiedi e venne fuori che l’acquisto era finalizzato alla realizzazione di un centro commerciale ed uffici, insomma era in atto qualcosa che era l’opposto del polo culturale. La nostra reazione, per la verità, fu violentissima ed assicurammo, anche se indirettamente, che se si sarebbe approvato un tale progetto “sarebbe venuta la fine del mondo” dando battaglia all’idea di stravolgere lo spirito iniziale di piazza Santini.

Dopo di allora periodicamente sono stati sollecitati amministratori ed i vari sindaci che si sono succeduti, ma tutti hanno fatto orecchio di mercante, il perché? E’ facilmente  intuibile, secondo me, i proprietari non hanno mai smesso di sognare il progetto iniziale, vuoi vedere che anche il degrado miri a questo?

Non voglio fare processi alle intenzioni di nessuno, ma come diceva Andreotti: “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina”, per la verità la frase originale è di Pio XII espressa nel seguente modo: <<A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina».

Quindi, caro Gaetano, scusami, ma penso che non posso essere annoverato tra quelli che “buttano la pietra e nascondono la mano”, come è noto a tanti, spero pure a te, le cose che devo dire e le dico assumendomene tutta la responsabilità, forse, questa è la ragione, come ho avuto già modo di scrivere che fu necessario, all’epoca, di fare una riunione ad hoc per stabilire se dovevo fare politica o no, ciò è stato coraggiosamente riferito da una persona che casualmente si trovava lì e prese anche le mie difese.

La sfortuna ed il caos esistente del nostro Comune va cercata nella mediocrità della sua classe dirigente che si preoccupa molto dell’individuo e poco della collettività, l’idea principale di chi si occupa di cosa pubblica è quella di utilizzare  il “posto occupato” come momento più alto per favorire se stesso e costruire la “corte degli amici ed anche con  gli amici degli amici”, è di questi giorni la notizia sui giornali che la Corte dei Conti ha condannato che ha favorito tutto questo. Ovviamente, anche quelli in buona fede e non molto esperti incappano nel vortice delle “teoria degli scienziati amministrativi e cioè che tutto è possibile, basta sapere ‘arravogliare le cose” , per questo oggi si trovano a pagare pure loro, come pure gli ignavi che, poi, da un giorno all’ altro li vedi al centro di progetti, spiegarlo è quando mai difficile, spero che un giorno lo spiegheranno loro stessi. Che peccato vedere tante risorse ed un patrimonio enorme distribuito, in modo razionale, in un meraviglioso territorio ed anno dopo anno vederlo deturpato dalla speculazione e dell’egoismo di pochi….

Degli amministratori che nel corso degli anni hanno voltato la faccia dall’altra parte, nonostante le continue sollecitazioni, che dire?

I fatti dicono che c’è una totale assenza di VALORI o meglio di DECORO per il proprio COMUNE, ma questa è un’altra cosa perché i VALORI ed il CORAGGIO di fare le cose, per la collettività, uno o ce l’ha oppure no, ricordando il Manzoni:  “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare, ciò per giustificare il suo personaggio.

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