Dottoressa Falasca, non deluda anche lei il giovane Antonio gli dia una risposta, anche se formale, ma le faccia capire che le istituzioni possono operare diversamente dagli spreconi di turno

A capo del Comune di Capaccio Paestum, adesso c’è lo Stato ed Antonio Apadula, ne approfitta per rilanciare la contrada Scalo

Dottoressa Falasca

Antonio Apadula, brillante studente universitario, ma soprattutto giovane sensibile alle problematiche socio-culturali-economiche e della politica di sviluppo del territorio, con una lettera si rivolve direttamente al Commissario prefettizio del Comune di Capaccio Paestum, dottoressa Mariarosaria Falasca, ed ai candidati Sindaci.
Non entro nel merito del contenuto della lettera perché la potete leggerla qui di seguito, ma mi chiedo, associandomi al giovane Antonio Apadula, ma perché questo Comune è così sfortunato con la sua classe dirigente locale ed in particolare la contrada di Capaccio Scalo?
L’Amministrazione prima dell’ultima si intestardì su tre “ Palle” che alla fine non sapeva dove collocarle, per poi ipotizzare Capaccio Scalo, ma una decisione presa troppo tardi.
La successiva amministrazione ha consumato più o meno la stessa cifra ( circa un milione di euro) per realizzare “Linora village” ed anche in questo caso è stato un mezzo fallimento.
Giustamente si chiede Antonio non era il caso di dar vita a: “Capaccio Scalo di un centro polifunzionale fisso con il coinvolgimento degli operatori commerciali e artigianali del luogo? Per rilanciare davvero l’economia dell’intera città di Capaccio Paestum, non è il caso di Valorizzare la contrada più popolosa?”.
Pertanto, signor commissario, dottoressa Mariarosaria Falasca, cerchi di essere buona almeno lei: dia una risposta, anche se formale, al giovane Antonio Apadula.
In questo caso si dà una risposta da parte dei rappresentanti dello Stato che quando vengono chiamati ad operare, guardano a tutti ed anche ai giovani, diversamente dai rappresentanti locali.

Lettera aperta al commissario Dott.ssa Falasca Mariarosaria e ai candidati a sindaco nelle elezioni amministrative di Maggio 2019

Antonio Apadula

Gentile Dott.ssa,
rappresento alla Sua attenzione una questione significativa per il nostro comune: il caso del LinOra Village.
Pare che, su scelta dell’attuale direttore responsabile del museo archeologico Gabriel Zuchtriegel, sia stato chiesto nel 2018 al comune di delocalizzare l’arena dei templi, per operare una selezione qualitativa degli spettacoli da tenere nel parco archeologico.
Questa scelta è stata concretata con l’apertura del Linora village, struttura nata dalle ceneri di una vecchia area acquisita di recente dal Comune in località Linora.
Quello che è stato, forse, il maggiore investimento della precedente amministrazione comunale non ha soddisfatto (secondo molti) le aspettative createsi.
Primo motivo dell’insoddisfazione dei cittadini (soprattutto di giovane età) è, probabilmente, il programma di eventi che non ha seguito una linea guida ben precisa: ha infatti alternato artisti pop, rapper, D.J. e neomelodici napoletani. Altre perplessità ha suscitato la data disdetta da uno degli artisti, rap in questo caso (Gué Pequeno), che ha da subito smentito la sua presenza al village; generando, tra i cittadini, la sensazione di disorganizzazione operativa.
Come se non bastasse un altro evento, ampiamente annunciato (Snoop dogg), è stato cancellato all’ultimo momento.
Sicuramente l’idea di riqualificare un’area degradata è valida; se non fosse per il fatto che la zona, in cui si è deciso di collocare il Linora Village, è definita ad alta criticità idrogeologica; e inoltre il vigente P.R.G. e il piano comunale di protezione civile, vietano di costruire alcunchè in quell’area.
Del resto, a conti fatti, non solo il Comune ci ha rimesso quasi 1 milione di Euro ma gli stessi concessionari di chioschi, anziché guadagnarci, ci hanno perduto.
Io credo che la soluzione, sia quella di individuare una delle tante zone disponibili a Capaccio scalo, nella quale collocare l’arena degli spettacoli: per creare un centro polifunzionale fisso e sempre a disposizione dei cittadini atto ad ospitare eventi, spettacoli artistici e culturali.
Questa iniziativa indirizzerebbe i turisti anche alla volta di Capaccio Scalo, ormai dimenticata dai visitatori, creando un profitto per le molteplici attività presenti (quasi 200).
E’ mai possibile che gli operatori commerciali e artigianali dello Scalo, vale a dire almeno il 70% della platea dell’intero comune, debbano veder investite le loro tasse, in attività che vanno solo a vantaggio dei comuni vicini?
Cordiali saluti


  Antonio Apadula

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