L’avv. Antonio Scalone, del foro di Palermo, nostro lettore ed amico, ci ha inviato la lettera che troverete di seguito.
Già in precedenza l’avvocato Scalone mise un dito in un’altra piaga che attanaglia il nostro Paese, in particolare il Sud, per carenza di infrastrutture e personale, cioè: la GIUSTIZIA.
Per chi ne vuole saperne di più può farlo andando sul sito: Lettera aperta ad un avvocato di Palermo. Dopo il “terremoto”, una riflessione: si può ipotizzare che “da Palermo a Trieste”, passando per Roma: la Politica, l’Avvocatura e la Magistratura stessa, rinuncino ai loro piccoli privilegi, che hanno messo in discussione e minato: la democrazia e la libertà di un popolo? – Giornale IL SUD/
Il ragionamento di Scalone ha una logica, ma purtroppo cozza con l’inerzia ed anche con l’incapacità organizzativa dei Presidenti delle Regioni che scaricano (non ho mai capito perché un Presidente dica “noi Governatori”, nonostante non è scritto in nessuna legge italiana; si può a limite tollerare qualche “giornalista sprovveduto” che lo faccia per sintesi o per… non va bene, ma… si tollera.
Però che lo dicano anche loro stessi …in occasioni di trasmissioni Tv, significa che davvero qualcosa non funziona nel nostro Paese), spesso, le loro colpe e limiti sul Governo centrale e sui ministri ( perché questi non reagiscono? Forse per paura di ritorsioni elettorali…?).
Questi signori – i Presidenti – forse hanno dimenticato che con la modifica del Titolo V della Costituzione sono diventati i padroni del vapore, soprattutto nella SANITA’, ma non solo…
L’ incapacità amministrativa delle Regioni, quindi, non solo si è vista nella fase della programmazione delle vaccinazioni e del lockdown, senza avanzare una proposta concreta, ma anche sul piano dell’utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Governo, visto le tante inchieste giudiziarie, in lungo e largo, nello “Stivale”.
Il problema diventerà ancora più delicato quando si dovranno spendere i cosiddetti soldi Recovery Fund, quando, poi, per anni le Ragioni, specialmente quelle del Sud, non sono state capace di spendere le risorse messe a disposizione dall’Europa: la più capace si è attesta intorno al 30%, eppure al Sud la disoccupazione e la carenza di infrastrutture non mancano, che peccato non averli ben spesi.
Come pure, al Sud, non mancano professioni ed intelligenze di eccezionale capacità, ma i meccanismi elettorali ed il voto di scambio, spesso, nel corso degli anni, è diventato un fenomeno di normalità nell’ambito della politica, per cui i candidati più spregiudicati e con tanta mediocrità sono diventati i riferimenti di lobby o anche riferimento di “maestranza del crimine”.
Questa classe dirigente e politica ha fatto riferimento, nel corso degli anni, ad una certa parte della società che, speso, cerca l’illegalità, quindi, la richiesta di favori leciti o illeciti, pur di avere il voto, il candito promette, promette e promette ancora. Ovviamente tutto questo e le leggi elettorali hanno indotto metà dei cittadini a non esprimere proprio il loro voto (vado o non vado a votare? Che vado a fare, tanto non cambia niente!), questo ha determinato un’ accaparramento sociale per cui la classe dirigente non solo è sempre la stessa, ma si tramanda nel tempo.
Per esempio, certi sindaci eletti, tra primo e secondo turno può essere anche che trionfalmente fa primo, ma con il 20/25% degli elettori avendo diritto al voto.
Non a caso all’indomani della nascita della Repubblica, la classe dirigente, che aveva scritto la Costituzione, aveva fatto leggi elettorali dove il cittadino incideva direttamente nell’elezioni dei rappresentanti istituzionali, ai vari livelli.
Forse a quelli leggi occorreva qualche ritocco, ma sicuramente non andavano stravolte cioè andava adeguate alle trasformazioni sociali, per contrastare gli atti criminosi nell’esercizio della propria volontà di voto del lettore.
La prova provata di ciò è che nell’era “evoluta” la corruzione e la mediocrità la fa da padrone, quasi, in tutto, anche nell’elezione dell’amministratore di condominio.
Oggi, la speranza è che qualcosa cambi davvero, alla luce di una maggioranza così bulgare che sostiene l’attuale Governo.
Un’altra speranza, soprattutto per i Sud, riguarda i fondi europei fesr ( fondo Europeo Sviluppo Regionale) che non sono stati spesi. Il loro recuperare con una nuova riprogrammazione, ovviamente approfittando della pandemia, è possibile, ma la classe dirigente è capace di approfittare?
Il Presidente Draghi ed il Presidente Mattarella ci riusciranno davvero a dare una svolta a tanti ritardi?
Purtroppo, l’Italia va annoverata tra quei Paesi che non hanno capacità di spendere i “fondi Ue” e che, poi, si perdono o destinati adaltri scopi.
Fonte:
coronavirus dashboard – https://cohesiondata.ec.europa.eu/stories/s/4e2z-pw8r
si legge: << Al 10 gennaio 2021, i dati principali sulla riprogrammazione vedono 7 miliardi in riallocazioni dell’UE per azioni sanitarie, 11 miliardi nel sostegno alle imprese, 3,1 miliardi per il sostegno diretto alle persone.
È stato inoltre fornito un aumento immediato della liquidità pari 7,6 miliardi e sono stati trasferiti 5,5 miliardi di euro tra fondi e tra categorie di regioni>>.
Inoltre, si richiama l’attenzione su quanto scrive, sul suo sito, il gruppo Delbarba: https://www.gruppodelbarba.com/fondi-europei-fesr-la-riprogrammazione-dallinizio-dellemergenza-covid-19/
Si legge:
<<Per alcuni Paesi, tra cui l’Italia, resta il problema dell’incapacità di spendere i fondi Ue che poi si perdono o, com’è successo in questo caso, vengono destinati ad altri scopi. Resta comunque evidente che per riuscire ad orientarsi nell’ambito dei numerosi contributi e agevolazioni messe a disposizione a livello europeo e non solo, e per poter gestire l’intero iter progettuale che porta all’erogazione dei fondi, sia necessario, per imprese e istituzioni, sapersi approcciare a questi strumenti con esperienza e professionalità>>. Marco Barbieri, amministratore unico Gruppo Del Barba_
<<Il grafico seguente mostra le percentuali di finanziamenti approvati ed effettivamente erogati in relazione al totale pianificato. Appare evidente la difficoltà dell’Italia, che rispetto ad altri Paesi ha una percentuale di finanziamenti erogati al 33%>>.
Pertanto caro avvocato Scalone, per noi del SUD il futuro non è dei migliori se i nostri Presidenti delle Regioni continuano ad essere così chiacchieroni in Tv e sui social, ma incapaci di programmare e spendere i soldi che hanno a disposizione, ma questa è un’altra cosa che merita un maggiore approfondimento.
A proposito anche i Presidenti delle Regioni del Nord non sono un granché meglio, visto i disastri che hanno determinato – anche con tanti morti che si potevano evitare – nel periodo della pandemia e, in special modo, come è governata dal presidente Attilio Fontana, la cosiddetta locomotiva d’Italia: la Lombardia. (8)
Qualcuno dice che i guai del SUD sono iniziati nel 1861: è così?
Il professore Pino Aprile da tempo sta cercando di dare una risposta:
Pino Aprile – Nemo: Nessuno escluso, il nord sfrutta da sempre le risorse del sud. – Bing video
Pino Aprile: “Noi terroni, vessati e uccisi dal Nord” – Bing video/ –
Che aggiungere: non lo so proprio, se non dire: boo!
Al dott. Nicola Nigro – direttore de “il Sud” _ Mezzogiorno d’Italia
Caro direttore,
Sono un cittadino palermitano che svolge l’attività di libero professionista.
Da tempo, la città di Palermo e provincia è stata catalogata in zona rossa dal governo nazionale, perché ci sono numerosi contagi.
Mi rivolgo alle autorità politiche e sanitarie competenti, affinché accelerino il piano vaccinale, che invece ci vede penultimi per numero di somministrazioni, seguiti dalla Calabria, fanalino di coda.
La situazione pandemica è molto seria, anche per le numerose varianti che mutano nel virus.
Ritengo che, dando sempre la precedenza ad anziani e fragili, vadano immediatamente vaccinati i soggetti compresi tra i 50 e i 60 anni, perché si tratta della fascia più numerosa di persone che circolano più frequentemente, che hanno contatti con tanta gente, qualunque sia il tipo di attività economica che svolgono (ovviamente parlo di coloro che non sono in regime di smart working per la natura del lavoro che li occupa).
Per queste ragioni hanno più elevate probabilità di contrarre la malattia.
Ribadisco, sempre senza dimenticare le fasce più deboli, eventualmente alternandosi, bisogna vaccinare gli under 60, e cioè proprio quei soggetti che riescono ancora a muovere debolmente un’economia avvinta da una crisi di enormi proporzioni.
Se i componenti della fascia anagrafica 50 – 60 si dovessero fermare, la crisi economica sarebbe di proporzioni inimmaginabili.
Avv. Antonio Scalone