I vini di Francesca Scairato, premiati in Toscana e in Francia, una delle tante eccellenze del Cilento e Val Calore. Ecco i giovani che fanno riprende il cammino al Sud, con più produzione, più qualità e un futuro di speranza: fatto di sviluppo e occupazione.

BUON FERRAGOSTO!

Normalmente la Redazione de “il Sud” e di Radio Paestum, a FERRAGOSTO, formulano gli auguri, ai propri lettori, facendo riferimento alle problematiche socio-economica-occupazionali della nostra Italia, in particolare del nostro Sud.

Quest’anno gli AUGURI vengono fatti con lo sguardo rivolto ai giovani, ad una attività produttiva che anno, dopo anno si è fatta e si fa strada non solo in Italia, ma addirittura a livello internazionale.

Francesca Scairato

BUON FERRAGOSTO ed AUGURI, quindi, ai nostri lettori ed anche a Francesca Scairato che con il suo dinamismo e la sua lungimiranza ha trasformato l’azienda di famigliai cui vitigni se ne occupa da sempre il papà – in un gioiello della Valle del Calore-Castel San Lorenzo e dunque del Cilento e del Sud.

Pertanto, rifacciamo i complimenti e le congratulazioni a Francesca Scairato, oggi,  titolare dell’“Azienda Agricola Scairato” per aver ricevuto il primo premio per la produzione del miglior “vino passito” dei Parchi e delle arie protette, ( vini ottenuti da uve, con disidratazione naturale dell’acino, per lo più, direttamente sulla pianta, per avere uno spiccato contenuto alcolico e da un residuo zuccherino).

La manifestazione di premiazione si è svolta in Toscana.

Vincenzo Scairato, papà di Francesca

L’Azienda Agricola Scairato, nasce con Vincenzo, papà di Francesca, che da sempre produce vino e, quindi, conosce vita e miracoli dei vitigni. Poi è arrivata l’entusiasmo e la cultura di Francesca che ha determinato una svolta nella produzione del vino di famiglia, grazie ai suoi studi ed ai suoi saperi che sta concretizzando al Dipartimento di Agraria della Federico II di Napoli. Infatti da queste novità, adesso parliamo di eccellenze che vengono premiate a livello nazionali ed internazionali. Dunque, un’azienda che nasce dalle tradizioni cilentane che risalgono ai greci e si completa con la cultura scientifica di Francesca che anno, dopo anno contribuisce alla crescita fino ad arrivare a prestigiosi premi, anche all’ombra della Torre Eifel, in Francia.

Perciò, la morare che si può trarre dall’esperienza della giovane Francesca Scairato è che per il nostro Sud c’è un futuro. Ovviamente, in tutto questo la classe dirigente del nostro Paese, a partire da quella locale, si deve dare una mossa, incominciando a  spendere bene le risorse europee (adesso si utilizzano non  più del 15/20%,

Francesca con suo zio Cosimo Scairato, impegnato anche lui nell’Azienda 

 speriamo che un giorno si arrivi al 100%), quando si farà questo significa che il Mezzogiorno ha davvero voltato pagina. E’ da tempo che pungoliamo in questa direzione la classe dirigente, lo abbiamo fatto anche nell’articolo pubblicato dal nostro giornale online “il Sud”

 (http://www.giornaleilsud.com/), per l’elezione di Ettore Bellelli a presidente della Coldiretti di Salerno, come pure abbiamo dato spazio ai reportage della dottoressa Patrizia Della Monica, dirigente Slow food, che parlano dei prodotti locali del nostro Sud, evidenziandone i pregi organolettici le qualità nutritive.

Tra l’altro, a proposito dell’elezione di Bellelli scrivevamo:

<< i Comuni interni si spopolano giorno dopo giorno, per cui il patrimonio culturale e storico di questi antichi borghi, ricchi di storia, bellezze naturalistiche e sapienza enogastronomica, si sta perdendo nel tempo. Purtroppo, antiche abitazioni, chiese, case gentilizie, il più delle volte, cadono a pezzi, senza che nessuno faccia qualcosa, nella direzione di un recupero intelligente, nel rispetto della storia e della tradizione locale. Eppure, tutto è in controtendenza con le idee di intercettazione dei cosiddetti “flussi turistici”. Ma come si possono intercettare questi turisti intelligenti, alla ricerca di ambienti incontaminati e lontani da un consumismo selvaggio e di scarso respiro, se non si mette un freno agli esodi, attraverso progetti di recupero e di attività produttive che creano lavoro? Come si possono salvare questi borghi se non si progetta la loro vivibilità? 

Come può il Cilento svilupparsi, se ha una viabilità obsoleta, scomoda, preda dell’incuria e della disattenzione di chi è preposto alla sua custodia e manutenzione. Siamo in presenza di una incapacità d’agire della sua classe dirigente, che non solo ha perso tempo negli anni, ma purtroppo non ha fatto mai scelte nella direzione della permanenza dei cittadini. La perentorietà non gli è mai appartenuta, per cui l’Europa e lo Stato, con la complicità, spesso, della Regione, non si sono curati dei progetti di sviluppo possibile del territorio.

Ma è stato sempre così? Quanti progetti sono stati allestiti dal territorio? In merito, gli Enti territoriali, come il Parco, le Comunità montane, i Consorzi, le Unioni dei Comuni, hanno mai presentato progetti relativamente alle risorse europee,  coinvolgendo le popolazioni? Non è forse vero che le popolazioni considerano questi Enti solo come un intralcio? 

Il giudizio dei cittadini è ancora più severo se si pensa che, in tanti anni, non si è riusciti a trovare una soluzione accettabile per frenare l’”invasione” dei cinghiali, che si sono moltiplicati a dismisura, distruggendo colture ed invadendo quotidianamente i centri abitati… Insomma, si potrebbe dar vita ad una filiera del biologico, partendo dai Comuni interni e dai loro borghi, per avviare la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti locali, valorizzando le loro proprietà organolettiche legate ai sapori ed al recupero dei “sensi umani” del nostro Paese >>.

Provate ad immaginare all’impegno, alla forza ed all’entusiasmo di Francesca si sarebbe aggiunto una progettualità degli Enti territoriale e non, che rivoluzione socio-economica-occupazionale si sarebbe determinata nel nostro vilipeso Sud?

DI NUOVO BUON FERRAGOSTO A TUTTI!

A Francesca ed a tutti i giovani audaci diciamo non vi fermate mai, ma osate sempre di più con le vostre idee, ovviamente non vi preoccupate di lottare per stravolgere l’apatia e l’effimero della classe dirigente che incontrate sul vostro cammino. Il popolo ha bisogno di condottieri, in questi ultimi tempi, troppo spesso, si sceglie il  “condottiere” meno peggio.

About Redazione