Ha ragione Squame: Pietà l’è morta, MAI PIU’! E se avesse ragione anche Sansonetti di preoccuparsi di chi parla, oggi, di etnia? Ma il ventennio fascista è davvero seppellito in Italia?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mio amico Giovanni Squame mi ha inviato un WhatsApp, con la foto di un ritaglio del giornale “l’Unità”, diretto da Piero Sansonetti, dal titolo: Il Governo vara le leggi razziali: “Sono come quelle del ’38 – Ma Matterella (speriamo) non le firmerà”.

Piero Sansonetti

La mia risposta è stata: << È una vergogna! Ma il Pd, la sinistra ed altri che in tv tanto dicono o fanno  “spacconerìa” pensano davvero di difendere la nostra democrazia, di fronte ad atteggiamenti razzisti? Dove sono le loro iniziative? Che ne pensano davvero di questi provvedimenti? >>.

Ho anche detto a Giovanni Squame –  già presidente del Consiglio comunale di Napoli e già dirigente nazionale delle Autonomie locali e, quindi, anche grande democratico -, che era il caso di dare una mano al direttore Sansonetti e di dire anche la nostra, in merito, perciò gli ho chiesto una sua riflessione da pubblicare su “il Sud” _ Mezzogiorno d’Italia _ online.

Presto fatto, mi ha inviato un magnifico articolo, che qui di seguito pubblichiamo.

Giovanni Squame, anzitutto, nel suo articolo, richiama un canto popolare dei partigiani e scrive:   <<“Pietà l’è morta”: questo slogan non rappresenta un atto politico, ma il senso dell’umanità che si sta perdendo, dell’indifferenza che serpeggia nel paese e nelle menti>>. Pietà l’è morta”:  è anche la frase citata dal Francesco Saluzzo, procuratore Generale di Torino, durante la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario in Cassazione, forse, per dare una risposta a chi sentiva “un’allergia”, verso la giustizia.

Mi scuserà l’amico Giovanni, se approfitto del suo articolo e faccio anch’io qualche riflessione, su questo strano modo di fare politica, per difendere la democrazia, soprattutto da parte degli eredi di Enrico Berlinguer e di Aldo Moro e dei vertici dei partiti e dei movimenti politici, in particolare del Pd, numericamente il partito più grande dell’opposizione.

Il fatto che questo Governo parli tanto di cambiare la Costituzione, non potrebbe essere un campanello di allarme?

Non è forse vero che teorizzare che gli stranieri siano un’etnia diversa fa pensare che siano inferiori agli italiani. Ciò non potrebbe significare di tornare indietro di un secolo? Ma la storia non ci ha insegnato niente? Non ci dice che così inizio il ventennio fascista, che diede vita, poi, alle leggi razziali?

Ho conosciuto tante persone che avevano salutato positivamente e con entusiasmo l’avvento di Mussolini, perché lo ritenevano un socialista, ma quando progressivamente si trasformò in un dittatore, quelle stesse persone si accorsero di aver sbagliato e che dovevano fare i conti con tanti prepotenti che, spesso, si trasformavano in carnefici.

Infatti, finita la guerra del 1915, in un quadro di grave crisi del Paese, le masse lavoratrici in maniera crescente si orientavano verso il Partito socialista ed invocavano la rivoluzione, per arrivare ad una riorganizzazione della società su basi collettivistiche, secondo principi di uguaglianza sostanziale, contrapponendosi alle concezioni individualistiche della vita umana.

La grave crisi politico-parlamentare e la denuncia di brogli elettorali, perpetrati nel 1924 da parte del partito di Mussolini, costarono la vita al deputato Giacomo Matteotti. Il fatto ancora più grave fu quello di lasciar fare al partito fascista la sua strategia dell’occupazione istituzionale, culminata,  nella secessione dell’Aventino  dei parlamentari non fascisti che lasciarono campo libero allo squadrismo mussoliniano. Per questo, “Errare è umano, perseverare però è diabolico”, come diceva il filosofo britannico Edmund Burke, nella seconda metà del ‘700. Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla. Nel nostro caso, sappiamo cosa è successo nel ventennio: facilmente si entra nella spirale delle etnie e delle leggi razziali.

Se, oggi, il nostro Paese si trova in una crisi così profonda, soprattutto economica, significa che anche la classe dirigente di questi anni ha avuto tanti limiti ed incapacità. L’errore principale è stato quello  che, all’indomani della guerra e con la Repubblica, il gruppo dirigente non ha definito una buona legge sui partiti, istituti di eccellenza democratica; per questo abbiamo, nel corso degli anni, assistito a tante ruberie e tangentopoli. Inoltre, non si è formata una classe dirigente onesta e capace, puntando decisamente sui giovani attraverso la scuola. Non si è mai fatto studiare il ruolo fondamentale delle istituzioni,  cosa è stato il fascismo e il nazismo, con gli orrori denunciati dall’amico Giovanni Squame. Non a caso, la quasi totalità dei giovani non conosce adeguatamente gli orrori del passato, per cui vede solo un futuro incerto e resta a guardare lontano dalla politica. Saranno, comunque, i furbi ed i mediocri ad occuparsi, poi, delle istituzioni.

Elly Schlein

Ecco che l’alternativa diventa pericolosa, perché i nostalgici del fascismo insinuano facilmente il virus. Molti amici che votano a destra mi dicono: “Ma  come si possono votare certi personaggi di sinistra? Voto a destra, ma adesso che la destra è all’opera incomincio ad avere dei dubbi, ma si può cambiare dopo che per una vita si è sostenuto un partito? ” Comunque, pure a loro fa paura il ventennio fascista e le leggi razziali, per cui vorrebbero tanto un partito dove la democrazia e il rispetto dei valori e dell’essere umano fossero al centro del programma reale.

Intanto la segretaria del PD, Elly Schlein, l’altra sera, a “Di Martedì” più o meno ha detto le stesse cose di una quindicina di giorni fa:  “La situazione della sanità pubblica costringe sempre più italiani a non curarsi e la risposta del governo è tagliare ancora fondi: un atteggiamento gravissimo e incomprensibile che non faremo passare sotto silenzio. Tutte le persone devono sapere che Meloni mentre cerca un nemico al giorno sta smontando pezzo per pezzo il nostro diritto alla salute”.

Innanzitutto, il linguaggio va apprezzato, perché è un linguaggio educato e parla di esigenze vere. La sanità pubblica, smontata nel corso degli anni, va rimontata ed adeguata alle esigenze dei cittadini, in modo che, per esempio, le file e le prenotazioni di un anno all’altro devono finire. Poi se si intravede la possibilità di collaborare alla risoluzione del problema, la maggioranza boccia la cosa, ma questa è un’altra cosa.

Ma, cara Segretaria, tutto questo può bastare?  Non manca “l’allarme”, come quello di Sansonetti.

Secondo qualcuno, non è necessario, perché tanto il lupo non arriva. E, se poi viene? Agli inizi degli anni ’20, non fecero questo errore i politici di allora? Oltre al fascismo, molti di essi hanno pagato anche con la vita quella sottovalutazione.

Anche adesso, non scherziamo con il fuoco!

Il fatto che un ministro della Repubblica, nonché vice Presidente del Consiglio, snobbi la festa del 4 novembre che, da sempre, è considerata la “Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate”, indicendo una manifestazione politica di piazza, significa che ormai, per questi signori, le Istituzioni sono meno di niente. Eppure le rappresentano.

E’ giunta l’ora di parlare del fatto che la strada imboccata dal Governo, sulla sanità dei nullatenenti, somig

Sergio Mattarella

lia molto alle “piccole cose” che il fascismo, con le sue leggi e leggine, con cui iniziò il suo ventennio, finendo per poi abolire la democrazia. Annullò ogni diritto individuale, con l’incarcerazione o la morte di chi faceva politica, come successe al povero Matteotti. Non dimentichiamo che, successivamente, furono abolite anche le elezioni democratiche.

Qualcuno potrà dire che Sansonetti esagera. Forse, ma le cose non si mettono bene, quando si parla dei diritti delle persone, dimenticando che si tratta di esseri umani.

In merito alla sanità, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio di saluto al Festival delle Regioni, ha sottolineato che il “Servizio sanitario nazionale è un patrimonio prezioso da difendere e adeguare”.  Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità del Partito Democratico, che ne pensa su quanto denuncia Sansonetti? E Giuseppe Conte, Carlo Calenda, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Matteo Renzi e tutti quelli che hanno memoria storica e sono davvero contro queste manifestazioni che fanno pensare l’inizio del ventennio?

Ma davvero possiamo dimenticare la storia e leggi, come il RDL n. 1728 che vietava matrimoni tra cittadini italiani e quelli di “razza” diversa?

E’ la strada giusta fare politica scontrandosi per slogan, dividendosi in guelfi e ghibellini?

Secondo me, è sbagliato, parlare delle vicende personali e di famiglia del Presidente Meloni (in questo caso si è trattato di fuoco amico del Presidente, ma l’opposizione ha fatto bene a dissociarsi) e non discutere sul significato delle affermazioni : “… Difenderemo Dio, la Patria e la famiglia…”Ma davvero Dio ha bisogno di essere difeso da lei? Queste cose non sono riconducibili al conservatorismo nazionale, al sovranismo e al tradizionalismo, non  quello di ieri, ma di qualche secolo fa, ed allora? Sono sufficienti gli slogan e gli spot televisivi e non mobilitare le comunità, per farle ragionare su questi fatti che un tempo ci portarono al ventennio fascista?

Con la democrazia non si scherza. I Costituenti l’hanno scritto a chiare lettere nella Carta, quindi è il caso che i Partiti aprano una stagione di confronto vero, senza fronzoli, con il pieno coinvolgimento del popolo.

La Polonia dovrebbe pur insegnare qualcosa: quando il popolo, che in questi anni  ha sonnecchiato, si è accorto che stava ritornando indietro, in massa è andato a votare su fatti, come la tenuta democratica e non su slogan, ributtando indietro chi è contro la democrazia.

Il nostro Paese, dopo l’esperienza fascista, ha formulato una Costituzione ricca di doveri e diritti, soprattutto per i più deboli. Ed adesso che succede?

Dal 1995, l’Italia è stata ancora più esplicita ed ha scelto per gli stranieri politiche sanitarie inclusive, in un’ottica di tutela sanitaria, senza esclusioni. E ciò ha avuto l’espressione più alta nelle conseguenti normative, come la legge 286/88.

Esagera Sansonetti nel ricordare che l’ideologia fascista si basa su principi nazionalisti che esaltano la superiorità della nazione e della razza, la forza militare, l’ordine sociale e la disciplina? Forse, no.

E la memoria va al grido che il mondo ha urlato quando ha scoperto le atrocità naziste con le camere a gas: MAI PIU’.

di Giovanni Squame*
Giovanni Squame

Tra i più recenti provvedimenti adottati dal Governo Meloni, sembra passato sotto silenzio la decisione che chi è straniero, non italiano, non abbia diritto all’Assistenza sanitaria erogata dal Servizio sanitario nazionale: gli stranieri per avere diritto ad essere curati devono avere una propria assicurazione privata che pare costi 1000 euro l’anno o pagano allo Stato 2000 euro l’anno.

L’alternativa è la libertà di crepare. Siamo alla teorizzazione che gli stranieri sono inferiori agli italiani, rasentando pericolosamente i primi provvedimenti razziali del 1938, allorché nel giro di 24 ore furono allontanati dalle scuole italiane pubbliche i bambini ebrei, trattati come esseri inferiori. Quello che colpisce è l’assoluta indifferenza ad un tale provvedimento, un silenzio assordante che preoccupa e fa presagire tempi bui.

Come ha parafrasato di recente, con un titolo in una sua pagina interna, una testata storica della sinistra di recente tornata in edicola, “pietà l’è morta”. Siamo in una fase storica in cui orrore, terrore, atrocità ci vengono scaricati addosso dai mass media che ci raccontano con dovizia di particolari i massacri e le  dure violenze di cui sono vittime innocenti le popolazioni civili israeliane e palestinesi, che negli 80 anni di esistenza dello stato ebraico mai sono cessate.

E la memoria va al grido che il mondo ha urlato quando ha scoperto le atrocità naziste con le camere a gas, MAI PIU’, ed invece qualcosa di molto simile sta di nuovo facendo capolino nella legislazione italiana e nei massacri di questi giorni. “Pietà l’è morta”: questo slogan non rappresenta un atto politico, ma il senso dell’umanità che si sta perdendo, dell’indifferenza che serpeggia nel paese e nelle menti. L’incapacità ad indignarsi, ad esprimere il dissenso, a replicare il grido dell’umanità sconvolta, MAI PIU’.

Segnala con durezza che tutto può di nuovo accadere perché il mondo sembra rassegnato, ha disperso il suo senso di umanità, ha abdicato alla cristiana solidarietà. Nuovo razzismo che si manifesta con azioni e provvedimenti contro gli immigrati, incapacità dei governi nazionali e sovranazionali a prevenire guerre, conflitti, atrocità; ininfluenza delle grandi organizzazioni internazionali a ricomporre le conflittualità distribuite in ogni angolo del mondo, a combattere le disuguaglianze e le cause remote e recenti delle guerre e dei grandi movimenti migratori danno il senso del baratro su cui il mondo intero si è affacciato.

Papa Francesco

Non c’è più tempo: gli scatti per la pace devono essere rapidi ed efficaci, il senso della pietas deve aleggiare di nuovo nell’animo delle persone e dei popoli. Papa Francesco che non ha ancora smarrito il profondo senso di umanità e il credo cristiano è l’unico che ancora oggi parla il linguaggio semplice e diretto della pietà dell’uomo verso l’uomo. Uno scatto di umanità che deve far vergognare anche un’informazione reticente, compromessa, ignara che il mondo è sull’orlo della sua fine. Pace e pietas devono essere i paradigmi contro l’indifferenza, il silenzio, la rassegnazione. Scandalizzarsi e gridarlo dà il senso di una pietà che è ancora presente e può far rinascere l’uomo nuovo in un mondo incattivito.

  • *Già Presidente del Consiglio comunale di Napoli
  • e già dirigente nazionale delle Autonomie locali

Allegato 2_ L’Unità – Il Governo vara le leggi razziali

 

 

 

 

 

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