Il Natale mistero di gioia, di luce e di pace, in tempi di guerra

Con la preparazione al Santo Natale che ci accingiamo a vivere con l’inizio dell’Avvento, ovvero con l’inizio del nuovo anno liturgico, Dio interpella i nostri cuori, le nostre coscienze e ci chiede di accoglierlo con un rinnovamento spirituale. Questo rinnovamento non solo porta noi credenti ad una conversione, ma soprattutto ci rende partecipi di questo grande mistero: mistero di luce, di gioia e di pace.

Il Natale di Cristo è anche il nostro Natale, perché insieme con il Bambino Gesù nasciamo e

Don Giovanni Cairone

rinasciamo sempre e ovunque con le nostre vite, in un mondo lacerato da lotte e discordie tra contese e guerre. Il Bambino Gesù nato a Betlemme viene a riscaldare i nostri cuori con la gioia di questo parto spettacolare, viene ad abitare in mezzo a noi come afferma il prologo di san Giovanni Evangelista Gv1,14, anzi viene a porre la sua dimora in mezzo a noi, viene a prenderci per mano per dirigerci verso il Padre nell’adempimento della sua volontà.

Ma oggi più che mai ci chiediamo: Ha senso festeggiare il Natale? Ha ancora senso credere in Gesù e nella Chiesa?

La risposta più semplice sarebbe neutrale credo quando mi fa comodo. Ma la vera risposta dovrebbe essere il nostro Si ogni giorno, come quell’eccomi di Maria che al momento dell’Annuncio dell’Angelo aderisce come serva del Signore alla volontà di Dio, al suo compito di Madre di Dio e del Salvatore. Quindi ha senso credere in Dio, ha senso credere al Natale di Gesù, perché è anche il nostro Natale tempo di rinnovamento e rinascita interiore del nostro spirito.

Gesù viene ad abitare nella Betlemme del nostro cuore, viene in noi per restare in noi, viene a condividere il nostro cammino e per dirci che Lui ci ama d’amore eterno. Viene per mostrarci l’amore. Ma dove lo incontro Gesù? Dove sperimento il suo amore? Il suo amore lo sperimento ogni giorno affacciandomi alla vita, lo incontro nel fratello e nella sorella che Lui mi pone accanto, lo incontro nei miei amici e familiari, lì in loro lo incontro, lo amo e lo servo, ma soprattutto apro il mio cuore a Lui in un dialogo affettuoso. Gesù lo incontro in chiesa quando mi parla nel Vangelo, quando mi vado a confessare dal sacerdote, ma soprattutto lo vedo e lo guardo nell’Eucarestia segno e presenza suprema del suo Essere con noi, per noi, e in noi. Lo incontro nella preghiera personale fatta dovunque in chiesa, in strada, in macchina, in casa, al lavoro. Dio lo vedo e lo ascolto ovunque, devo aprire il mio cuore con abnegazione e coraggio a Lui fonte dell’amore e dell’amicizia fraterna.

Dio lo incontro nei piccoli, nei popoli sofferenti martoriati dalla guerra, Dio è in loro e mi sta parlando, mi sta dicendo di amare ed essere portatore di gioia di luce e di pace.

Il Natale è il Natale di Gesù e dobbiamo sentirlo come festa cristiana, riscoprendo in noi la fede in Cristo e nella sua Chiesa riscuotendo il nostro credo e le nostre coscienze, rispolverando valori e tradizioni andate perdute nel tempo a causa della commercializzazione delle feste religiose e dei sacramenti. Dovremmo fare tutto un unico sforzo quello di rivalutare e ricominciare dalla fede, e solo la fede mi porta a dire e a credere e a festeggiare determinate ricorrenze. La festa senza un vero credere nel Signore

è una festa vuota. La festa sarà festa solo se prima mettiamo al centro la fede con il Suo Signore Gesù che viene ad abitare in mezzo a noi, allora la festa oltre al suo significato esteriore porta in sé un dono interiore che rimane indelebile e cioè l’aumento della nostra fede che ci porta a credere sempre di più in Gesù Cristo Salvatore dell’umanità.

Dobbiamo tutti dire no al business e alla commercializzazione delle feste, Sì alla fede in Cristo. Dopo la fede e la sua pratica la festa allora ha tutto un altro significato: quello di saper leggere nella gioia e nel dialogo la misericordia e l’amore che Dio ha per noi e dare un senso alla nostra vita e capire ogni giorno il suo significato profondo aderendo alla strada e alla volontà che Dio ha tracciato per noi.

Guardiamo al presepe il luogo per eccellenza dell’incarnazione, dove il figlio di Dio viene per farsi uomo per noi. Vieni per un donarci la sua luce il suo amore redentivo che sarà poi quello della croce. Il presepe è il luogo della luce, la luce vera che illumina ogni uomo come dice il Prologo giovanneo, è il luogo d’incontro del divino con l’umano, è l’incontro con quel bambino che viene a bussare le porte del nostro cuore per venire ad abitare in mezzo a noi. Nel presepe nella persona di Gesù troviamo la pace perché la sua missione era di portare la pace alle genti. La sua luce è una luce trasformante e rigenerante i nostri cuori, perché è lì l’incontro vero e proprio con Gesù. Gesù in quella mangiatoia ci insegna l’umiltà che è a mio avviso il pilastro fondante la pace, perché l’umiltà insegna come vivere nella società, senza prevalere l’uno sull’altro. Gesù non è venuto ad imporsi, ma a proporsi a noi uomini amati dal Signore.

Ancora nel presepe ci sono dei personaggi: i pastori che erano i briganti e criminali del tempo, poi ci saranno i Magi, e noi ci dobbiamo rispecchiare in loro, perché Gesù viene per gli ultimi per i peccatori che hanno bisogno della sua luce, e allo stesso tempo lo vanno ad adorare per onorare la sua Santità la sua signoria nel mondo. Inoltre dobbiamo imitare Maria e Giuseppe che nel silenzio e nella mansuetudine vanno in quella grotta di Betlemme per adempiere alle Scritture e alla volontà di Dio. Gesù nella mangiatoia con la sua Incarnazione anticipa ed attua già la nostra Redenzione, perché è lì che ci attende con il volto della luce e della misericordia con le braccia aperte e le gambe incrociate come sulla croce. La sua culla una mangiatoia avvolte in fasce e muore sulla croce per poi essere avvolto nei teli e deposto nel sepolcro per poi risorgere. Natale è accoglienza della nostra salvezza, che è Gesù. Natale è gioia, è amore, è famiglia perché tutto questo ce lo insegna Gesù ad essere amore reciproco, farsi dono per l’altro, farsi accoglienza. Natale è Gesù stesso che viene ad intrattenere una relazione d’amore con noi, e continuarla nel tempo. Natale è luce vera perché accogliendo Gesù luce nuova luce che non tramonta viene a farsi vita in noi. La luce è segno della presenza di Dio in mezzo agli uomini, accogliamo questa luce, che è già anticipo della luce finale del paradiso, e facciamoci anche noi luce nelle nostre famiglie, con i nostri amici, con i nostri fedeli, nel luogo dove lavoriamo per strada, nei locali. Dobbiamo e possiamo essere luce che porta serenità, gioia e pace.

Tutto questo lo possiamo fare ma solo con Gesù e annunciarlo come l’ angelo la notte di Natale quando dice: «gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2,14). Auguri di buon Natale .

Don Giovanni Cairone

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