Per la baronessa Baratta e l’Azienda “Seliano”, la continuità è legata alla genuinità dei prodotti ed all’amore per gli animali, a partire dal principe dei principi: il Cavallo Salernitano


La Baronessa Cecilia Baratta Bellelli, oltre alla passione per l’agricoltura e all’allevamento dei cavalli, ha anche un’altra passione: la cucina. Ne abbiamo già parlato, in occasione dell’elezione a Presidente della Coldiretti provinciale, prima e regionale, dopo, del suo figliolo, Ettore Bellelli.
Questa volto ci intratteniamo sulla passione delle passioni: quella per i cavalli.
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Un’intera puntata è stata dedicata all’argomento, con tanto di intervista alla Baronessa Cecilia Baratta Bellelli ed al Presidente Ettore Bellelli.
Sull’Azienda Agrituristica “Seliano” non possiamo non ribadire che è un’azienda moderna, posta a ridosso della città antica della Magna Graecia, costruita sulla storia della famiglia Bellelli, che si è sempre dedicata all’agricoltura, con prodotti di qualità, sin dall’800. Oggi, la Baronessa Cecilia Baratta Bellelli, con i due figli Ettore ed Ernesto Massimo, che ha cresciuto amorevolmente da sola, dopo la morte del marito, il barone Gaetano, in un incidente di barca, ha dato vita ad un’attività agricola moderna che, oltre ai prodotti della terra, sviluppa con profitto l’allevamento di bufale e cavalli.
Soggiornare nell’azienda “Seliano”, significa fare un viaggio di benessere sostenibile, con cibo sano, lunghe passeggiate tra gli alberi ed anche a cavallo. Inoltre è possibile utilizzare il tempo di relax, facendo anche esercizio fisico.
Non va sottovalutata l’impronta organizzativa che prevede benefici all’ambiente, promuovendo un approccio eco-compatibile, attraverso il riutilizzo delle risorse, il riciclo e la rigenerazione.
Un obiettivo di crescita che è stato realizzato attraverso le politiche che hanno favorito e favoriscono l’innovazione, la diversificazione e la sostenibilità.
La conservazione della natura è una caratteristica dell’Azienda Agrituristica “Seliano” per questo motivo. Lo sviluppo sostenibile è una condizione necessaria, per garantire che la fruizione di esperienze turistiche sia benefica per chi soggiorna, per i visitatori oppure per la comunità locale.
I cavalli e la razze italiane, o meglio il cavallo salernitano, perché stanno tanto a cuore alla baronessa?
Cecilia Baratta Bellelli lo spiega molto bene nell’intervista, ma soprattutto, si sofferma sull’impegno della sua famiglia in agricoltura ed sul ruolo che ha avuto il cavallo nello sviluppo del lavoro e nell’organizzazione aziendale.
La baronessa Baratta Bellelli sottolinea che il cavallo salernitano è molto considerato anche a livello istituzionale, non a caso sul sito del “Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste”, a proposito del cavallo salernitano, si legge:
<< L’origine del cavallo salernitano viene geograficamente fatta risalire alla Piana del Sele…… Le innumerevoli vicende storiche che hanno interessato la zona, soprattutto nel corso degli ultimi due secoli, hanno fatto da sfondo alla nascita di questo ibrido, scaturito dall’uso di stalloni di origine orientale, laziali, anglo-normanni, trottatori francesi e russi. All’inizio del ‘900 il cavallo salernitano si presentava come un soggetto di buoni diametri, rustico, resistente e nevrile, tutte caratteristiche che lo facevano figurare come uno dei più tipici rappresentanti dei dolico-mesomorfi da sella, caccia, corse e concorsi. L’attuale conformazione della razza è dovuta all’innesto di caratteristiche ereditate dai purosangue inglesi, che vennero introdotti nella riproduzione nella seconda metà del ‘900. Parlando della conformazione, in generale il salernitano ha una bella testa che mostra l’influenza spagnola, occhi vivaci e narici ampie. Il collo è lungo e ben attaccato e il garrese è abbastanza pronunciato e muscoloso. Le zampe sono armoniose, ditate di giunture valide, stinchi sottili ma ben resistenti, tendini ben staccati e asciutti e piede con unghia di buona consistenza>>.
Sul cavallo salernitano nel sito di  “Agraria.org” si legge:
<< Cavallo da sella, originario delle piane di Battipaglia, Eboli e Paestum, in provincia di Salerno (Campania). Razza molto antica, migliorata nel corso della dominazione spagnola da incroci con andalusi e cavalli orientali. E’ servita anche per migliorare razze russe. Un tempo il cavallo Salernitano era impiegato nell’esercito. Nella seconda metà del ‘900 è stato sottoposto a incroci con purosangue inglesi, mutando così l’aspetto originale. Ha costituito la produzione veramente eletta del mezzosangue italiano; basti ricordare i cavalli Posillipo, Merano e Fiorello, trionfatori nelle olimpiadi comprese tra gli anni 1956 e 1972. Cavallo da sella, attualmente è molto apprezzato negli sport e nel turismo equestre>>.
Su Wikipedia, un testo tradotto dall’inglese scrive:
<<Il Salernitano è una razza equina italiana in via di estinzione. Ha origine dalla pianura alluvionale del fiume Sele, in provincia di Salerno nell’Italia meridionale. Anticamente era usato come cavallo militare, ma nel XX secolo divenne principalmente un cavallo sportivo>>.
Il cavallo è un animale che, se un uomo ha la possibilità di averlo, finisce per amarlo davvero. Un cavallo vive mediamente fino a 30 anni. Il più anziano cavallo da corsa mai vissuto, Tango Duke, era un castrone purosangue dal mantello sauro: nacque nel 1935 e morì il 25 gennaio del 1978, raggiungendo, quindi, i 42 anni di età.
Ci sono anche notizie relative a cavalli più longevi. Ci sono decine di casi di cavalli giunti in piena salute ai 50 anni; addirittura si ha notizie di un cavallo, vissuto fino a 62 anni. Per quanto riguarda poi la velocità massima, si parla di circa 70 Km all’ora.
Cecilia Baratta Bellelli, che tutti a Paestum chiamano “la Baronessa”, aveva sposato il Barone Gaetano Bellelli. Lei, unitamente ai suoi figli, da imprenditrice illuminata ha realizzato un’azienda agricola multifunzionale, con una ottima recettività. I suoi figli le riconoscono tante capacità, tra queste anche quella di essere stata ed essere una loro ottima maestra. Uno di loro, oggi, è stato chiamato a ricoprire la carica di presidente della Coldiretti salernitana, prima e regionale, dopo. Peraltro, la Baronessa continua a seguire l’evolversi dei successi aziendali e nei momenti opportuni non fa mancare il suo valido contributo. Cecilia Baratta Bellelli è stata pure un ottimo amministratore, per aver esercitato, per molti anni, la carica di Presidente del Consorzio di Bonifica Sinistra Sele. A lei si deve il sistema di irrigazione forzata, unico in Italia. Come ho avuto modo di ricordare, in un’altra occasione, ho avuto il piacere di averla vista all’opera direttamente, visto che, per un periodo, sono stato nel Consiglio dello stesso ente. Ovviamente, non sempre eravamo d’accordo sulle scelte, ma il buon uso dell’intelligenza ed il confronto costruttivo hanno sempre dato vita a scelte giuste per la comunità agricola del territorio. Non a caso, oggi, ci lega una buona e cordiale amicizia.

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