On. Matera, i suoi colleghi sono a conoscenza che nelle nostre zone interne ci sono pochi servizi, una sanità inefficiente, una viabilità inadeguata, e che molti Comuni sono sull’orlo del baratro economico-finanziario?

L’on. Corrado Matera, Consigliere regionale, ci ha dato la possibilità di dire la nostra, utilizzando come spunto una sua pubblicazione, che troverete integralmente, qui di seguito.
Per la verità, riconosciamo all’on. Matera il suo attivismo e il suo impegno, nonostante in giro ci sia tanto lassismo istituzionale, evidenziato da un effimero impegno di una certa classe dirigente che, da anni, sta al palo e parla tanto, rispetto all’attivismo dei colleghi del Nord Italia. Anche se, spesso, questi “bruciano” solo soldi pubblici, per servizi inutili.
Ritornando all’on. Matera, adesso si sta impegnando sulle modifiche alla legge sulle Comunità montane, Nel corso degli anni, questi enti sovracomunali hanno rappresentato un vero proprio carrozzone del niente. Adesso, disarticolate come sono, nessuno ne sente la mancanza, se non quando occorre un “pezzo di carta” dovuto a un cittadino, per svolgere un impegno burocratico, quindi più burocrazia.
In passato, abbiamo già pubblicato qualcosa dell’on. Matera, di cui egli si è occupato in Consiglio regionale. Da parte nostra, sulla classe dirigente meridionale la pensiamo, più o meno, come diceva Tancredi (nel Gattopardo): “Perché tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
Spesso, il nostro giornale si è occupato di tutto  ciò che riguarda le zone interne, del Cilento e del Sud in generale, tant’è che è stata creato una rubrica ad hoc, QUESTIONE MERIDIONALE: https://www.giornaleilsud.com/category/questione-meridionale/
La speranza era che PUNZECCHIANDO la classe dirigente del Mezzogiorno, qualcosa sarebbe successa. Macché.
Invece di pensare ai problemi del Sud, ognuno ha pensato, come dicono nel Cilento, “a ‘u cuorio suo” (a fatti personali).
Con un Mezzogiorno sempre in pezze.
La risposta che più di tutto non ti aspettavi è arrivata negli ultimi tempi.
Un gruppo di personaggi, che nel Meridione andavano in cerca di autore, a prescindere (speriamo che la storia non finisca in tragedia così come la descrive Pirandello), hanno visto bene di saltare sul carro del vincitore, nonostante che il “capo”, per anni, abbia disprezzato e insultato il Sud, in tutte le salse. Dal canto loro, i protagonisti di una classe dirigente “del nulla” hanno dimenticato tutto, nell’ansia di cercarsi un “nuovo e confortevole alloggio” nelle Istituzioni e in Parlamento, sotto la bandiera e in un “abbraccio fraterno” col “Capo degli insultatori”.
Un “Capo” che, di fronte ad una domanda precisa, reale e concreta di Corrado Augias, non risponde e fa scena muta. Se è possibile, si dia un’occhiata al link, per farsi un’idea del livello di certi politici nostrani: https://www.facebook.com/reel/1030952280941769
Purtroppo, chi parla di carenza di progettazione, da parte della classe dirigente del Sud, un pò di ragione ce l’ha. Ovviamente, anche se i governi centrali, non di meno, sono stati altrettanto carenti.
I loro interventi sono stati più a parole che a fatti.
Possiamo dire, in tutta tranquillità, che anche i tanti governi passati non hanno contribuito allo sviluppo del Meridione e, quindi, del Paese.
Va anche detto che, nel corso degli anni, nonostante tante risorse culturali ed ambientali, si è resa l’Italia meridionale un territorio sottosviluppato. Eppure, prima del 1860, il Sud era più industrializzato del Nord. I meridionali, quando si dà loro la possibilità, sono capaci e non sono secondi a nessuno.
Un discorso a parte meritano i fondi europei a disposizione, per lo più non spesi. Sono stati tanti e tanti, tant’è che per il livello di spesa, da quello che si legge, il Sud non ha superato il 15/20 %, eppure abbiamo una carenza di servizi e strutture straordinariamente grave, ad incominciare dalla viabilità, le cui strade nelle zone interne, come il Cilento, appartengono all’inizio dell’altro secolo, che sono delle vere e proprie mulattiere, rappezzate, ogni tanto, con un po’ di asfalto che le rende, spesso, ancora meno sicure di prima. Gli abitanti delle zone interne, frequentemente, per raggiungere le loro case, devono fare lunghi giri, impiegando il doppio o il triplo del tempo. E, poi, non parliamo del non coinvolgimento delle popolazioni nelle scelte per valorizzare le risorse locali (per approfondire, vedi il sito de “il sud”: Questione Meridionale).
Di conseguenza, non solo ci troviamo di fronte a servizi fatiscenti, ma anche ad una carenza strutturale, in special modo, della sanità che, spesso, in certe momenti, si presenta come un vero e proprio “dramma umano”. Il fatto strano è che in pochi chilometri quadrati di territorio, sono presenti 5/6 ospedali. Ognuno presenta perfino più reparti, ma con poco personale medico e socio-sanitario, per cui è   impossibile fare anche turni decentemente. L’organizzazione si presenta, spesso, disastrosa anche di fronte ad un ferito non grave, figuriamoci verso quelli gravissimi.
On. Matera, più volte abbiamo sollecitato il presidente De Luca ad una diversa organizzazione, non solo della sanità sul territorio, ma anche a un maggiore impegno della Regione nella valorizzazione delle risorse locali, soprattutto delle zone interne, perché essa ha tutto per puntare allo sviluppo: beni culturali ed ambientali, mare, collina e montagna (Monte Cervati, quasi 2.000 m., il più alto della Campania). Basterebbe meglio sburocratizzare ed ancora meglio utilizzare le risorse europee su progetti infrastrutturali veri e utili.
Ma, ritornando alla sanità, onorevole Matera, provi ad immaginare una sanità migliore, con ospedali  con un solo reparto, per esempio Ginecologia, Chirurgia o altro. Ovviamente, con tutti i medici chirurghi o ginecologi, ecc. concentrati in un unico ospedale, con un reparto che diventerebbe di eccellenza: sia esso di Chirurgia, Ginecologia o altro, con più medici, e così per tutti gli altri ospedali. Alla fine, avremmo 5/6 reparti di eccellenza distribuiti sul territorio.
Insomma, un reparto di eccellenza, per ogni ospedale, con un pronto soccorso, per ogni presidio sanitario, destinato a “smistare” pazienti, a seconda della “momentanea” prognosi o diagnosi. Non dimentichiamo che parliamo di 5/6 ospedali, in pochi chilometri quadrati.
Non aver coinvolto, anche con le loro idee, i medici della Medicina generale, nella gestione di un progetto di Medicina del territorio e domiciliare, è stato un grave errore, di cui il Presidente De Luca si è reso responsabile, nei confronti delle nostre popolazioni.
Addirittura, i distretti sanitari, che dovevano essere dei “centri di coordinamento sanitari” per i cittadini (così come recita la legge 833/78, cioè la svolta della medicina del territorio e domiciliare, con il superamento dei ricoveri facili); invece, sono dei riferimenti con uno scarso rapporto, soprattutto con i medici di famiglia, per cui vengono considerati dalla popolazione solo dei “centri passa carte” che, ripetutamente, sono dannosi ed inutili, al fine di meglio servire il cittadini.
Ma di che parliamo?
On. Matera, se la sanità territoriale è considerata dai cittadini un disastro, l’agricoltura ancora peggio, visto che molti agricoltori sono stati costretti a rinunciare a coltivare la terra, persino l’orto sotto casa, per la presenza, in tutto il territorio, di migliaia e migliaia di cinghiali che distruggono tutte le coltivazioni e, giorno dopo giorno, stanno diventando un pericolo pubblico.
Non parliamo poi del ridicolo rimborso delle colture distrutte e della burocrazia, per certi versi, anch’essa distruttiva.
Di fronte a tutto questo, on. Matera, non è facile condividere quanto da lei scritto:
<< … È un segnale di forte attenzione verso i territori e le comunità che vi risiedono, un impegno concreto per un futuro più sostenibile e inclusivo. Un sentito ringraziamento – conclude il Consigliere Regionale originario del Vallo di Diano – va al presidente Vincenzo De Luca e all’Assessore Regionale all’Agricoltura Nicola Caputo, per aver affrontato in maniera significativa una materia molto delicata e di grandissima importanza per l’intera Campania… >>.
Quindi, agli agricoltori che, per anni, hanno vissuto il dramma dei cinghiali e della crisi dell’agricoltura  può interessare qualcosa della modifica di un “pezzo di carta” che già da anni “dorme” nei cassetti delle Comunità montane, senza applicazione?
On. Matera, non è il caso, di passare dalle parole ai fatti e di essere pragmatici e trovare, almeno per i cinghiali, una soluzione reale ed effettiva, per ridurre almeno il loro numero o, quantomeno, limitare la loro libertà, visto che adesso invadono anche i centri urbani?
Prima di chiudere, vogliamo prenderci la libertà di una “chiosa politica”, soprattutto per chi è Consigliere regionale della Lega. Dio ci guardi, nello smistare consigli, ma vogliamo esprimere un’opinione legata all’amor proprio per il Sud. Ad alta voce diciamo: non è il caso di scegliersi un altro partito, oppure inventarsene uno, evitando così di continuare a vivacchiare. Il giorno, in cui non si avrà più il ruolo istituzionale, con annessi privilegi della carica, qualcuno potrebbe accorgersi di aver fatto un grosso errore, ma ormai per lui e le Istituzioni sarebbe troppo tardi.
In merito, non va dimenticato il vecchio proverbio, a proposito della Lega: ” ‘O lupo perde ‘o pilo, ma nun perde ‘o vizio” E’ molto difficile cambiare la propria natura, soprattutto se si hanno delle cattive abitudini o dei vizi. A riprova di tutto questo, è la legge sull’Autonomia differenziata, voluta con forza dalla Lega, ricattando anche gli allegati di governo, sostenendo che di fatto l’autonomia è già in atto, con la sconsiderata riforma del Titolo V della Costituzione, per cui i sostenitori della legge richiesta dalla Lega, per giustificare la scellerata scelta, portano come esempio la sanità calabrese che ogni anno dà 350 milioni alla Lombardia, come rimborsi. Ma lor signori, in tutto questo, dimenticano che per la sanità in Calabria vengono assegnate meno risorse, e che, comunque, è commissariata da circa 15 anni. Non parliamo delle risorse che lo Stato dà in più, per mantenere le infrastrutture e, quindi, più servizi e più occupazione. Per esempio, in Lombardia ci sono tra 13/14 mila asili nido, mentre in Calabria i Comuni nei quali risultano effettivamente dei servizi attivi sono 118.
Si, è vero! La classe dirigente del passato ha molte colpe per essere stata a rimorchio, dopo essersi fatta smantellare la “Cassa del Mezzogiorno”, nata per opere straordinarie di pubblico interesse nell’Italia Meridionale, come infrastrutture primarie e secondarie. Purtroppo, oggi, abbiamo ancora poche strade, scarsi servizi per opere di insediamenti produttivi, fogne, depurazione, ferrovie inesistenti, fatiscenti o ad un solo binario, insediamenti urbani, spesso fatiscenti, ecc.
In merito, la classe dirigente del passato non è stata capace di approfittare, ma come dice la locuzione latina errare humanum est, perseverare autem diabolicum, tradotta letteralmente:
commettere errori è umano, ma perseverare (nell’errore) è diabolico”.
I numeri non mentono, perché la spesa per bambino residente passa da oltre 2.600 euro dei Comuni capoluogo del Centro-nord a 255 euro dei Comuni non capoluogo del Mezzogiorno. Ecco perché non sono stati approvati i LEP che sono i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi, che devono essere garantiti, in modo uniforme sull’intero territorio nazionale.
On. Matera, se gli amici del Sud e non solo, si fermano a fare un po’ di conti si vede che i Comuni non capoluogo del Mezzogiorno dovrebbero avere 2.345 € in più per ogni bambino, cosa impossibile, visto il debito pubblico che ha raggiunto quasi i 3 mila miliardi. Ecco perché l’approvazione dei LEP sono una chimera e, quindi, l’Autonomia differenziata significa fornire alle regioni del Sud una 500, mentre alle regioni del Nord una Ferrari.
Ma di che parliamo?
Se. in un futuro prossimo, cari onorevoli, riprendono gli insulti e le improperi verso i Meridionali cosa direte?
Cosa farete? Ma, soprattutto, cosa direte alla vostra coscienza?
L’ascia degli insulti è stata sotterrata, adesso!
Comunque, è sempre sotto terra, quindi, all’occorrenza, può essere anche ri-sotterrata e si potrebbe ritornare ai cosiddetti, anche vecchi, insulti a tutti i Meridionali, compresi i “cortigiani” di ieri.
Poi, il nostro Sud è ricco di proverbi che rendono davvero giustizia a certe situazioni, soprattutto estemporanee:
“Chi sparte ave la megliu parte”: Proverbio che allude al fatto che di solito chi si occupa di distribuire un bene a più persone, per sé ne lascia sempre la parte migliore.
“L’auciello cu lu mussu pizzuto ivi pi fotte e rumanivo futtuto“:
Proverbio che descrive chi parte per un’impresa, da cui vuol ricavare qualcosa, e ne ritorna scornato.
Pertanto, caro on. Corrado Matera, facciamo uno sforzo e, oltre alla modifica della legge sulle Comunità montane, facciamo un regalo agli agricoltori. La Regione allestisca un tavolo di lavoro su cinghiali e non dico di trovare ad horas una soluzione, ma di determinare una svolta, da cui si possano vedere da subito e nei tempi brevi i risultati.
Come dicevamo in apertura, rimandiamo alla lettura del comunicato dell’on. Corrado Matera.
COMUNITÀ MONTANE, LA GIUNTA APPROVA IL DISEGNO DI LEGGE CHE NE ATTESTA IL RUOLO SEMPRE PIÙ STRATEGICO
PER IL FUTURO DELLA CAMPANIA
“Le nostre montagne, le aree interne e le zone rurali della Campania stanno assumendo un ruolo sempre più cruciale e strategico, nella visione di un futuro sostenibile. Grazie a politiche di supporto mirate, questi territori possono trasformarsi in veri e propri motori di sviluppo”: è quanto afferma il Consigliere Regionale Corrado Matera, commentando con soddisfazione il disegno di legge “Modifiche alla legge regionale 7 maggio 1996, n. 11”, recentemente approvato dalla Giunta Regionale guidata dal Presidente Vincenzo De Luca, su proposta dell’Assessore Nicola Caputo.

“Negli ultimi anni -continua Matera- abbiamo capito quanto sia fondamentale il contrasto alla marginalizzazione dei territori e la creazione di nuove opportunità di crescita. Ciò significa migliorare la qualità dei servizi per i residenti e valorizzare le risorse naturali e ambientali che queste comunità custodiscono da secoli: in questa ottica il disegno di legge approvato dalla Giunta Regionale rappresenta un passo concreto importante in questa direzione. Il provvedimento è finalizzato ad aggiornare una legge regionale in vigore dal 1996, con l’obiettivo di adattarla alle nuove sfide che i nostri territori montani devono affrontare”.
Cosa prevede in concreto il disegno di legge?
-Rafforzamento delle Comunità Montane: Il ruolo delle Comunità Montane viene rilanciato. Questi enti, infatti, saranno protagonisti nell’attuazione di politiche di manutenzione del territorio “a monte” con la prevenzione del rischio idrogeologico, di gestione sostenibile e multifunzionale delle risorse forestali, paesaggistiche ed ambientali, e di difesa del patrimonio boschivo dagli incendi. In pratica, gli Enti montani campani potranno realizzare progetti più ambiziosi e di ampio respiro, grazie alla nuova progettualità in ambito FESR ed alla maggiore capacità operativa dei cantieri forestali.
-Nuove assunzioni: Gli enti montani potranno procedere con nuove assunzioni, se rispettano determinati criteri, superando così il blocco del turn-over finora vigente, che ha risotto ai minimi termini il numero di addetti forestali. Questo significa più risorse umane a disposizione per la cura e la manutenzione del territorio.
-Stabilizzazione dei lavoratori: Una particolare attenzione è rivolta ai lavoratori forestali, che finora hanno vissuto in una condizione di precarietà, con contratti a tempo determinato rinnovati di anno in anno. Il disegno di legge prevede la possibilità di stabilizzare questi lavoratori, offrendo loro maggiore sicurezza e continuità lavorativa.
“Il disegno di legge che ora viene rimesso al Consiglio Regionale per ulteriori approfondimenti -sottolinea Matera– non solo tutela e valorizza le nostre aree montane, ma restituisce dignità a centinaia di lavoratori che, attraverso il loro prezioso lavoro, proteggono e curano le nostre montagne. Offre nuove opportunità di impiego, ma riconosce anche il valore del lavoro svolto da questi operai nel preservare i nostri paesaggi montani e nel proteggere i territori più fragili. È un segnale di forte attenzione verso i territori e le comunità che vi risiedono, un impegno concreto per un futuro più sostenibile e inclusivo. Un sentito ringraziamento -conclude il Consigliere Regionale originario del Vallo di Diano -va al presidente Vincenzo De Luca e all’Assessore Regionale all’Agricoltura Nicola Caputo, per aver affrontato in maniera significativa una materia molto delicata e di grandissima importanza per l’intera Campania”.

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